L a finanza è una malattia autoimmune (uso una definizione medica) che altera il sistema immunitario di uno o più stati in maniera tale da dare risposte anomale e, appunto, autoimmuni, cioè dirette contro i membri stessi dello stato, i cittadini, e capaci di determinare alterazioni strutturali delle regioni colpite.

Il fatto di poter creare ricchezza svincolata dal lavoro e dai beni materiali che derivano dal lavoro stesso è una potente tentazione, è la scorciatoia perfetta disegnata dal diavolo, è Mammóna stesso. E in tempi d'imperante neoliberismo, in cui la fede è riposta nella capacità di mercati senza regole di autoregolarsi, l'ingegneria finanziaria, le tecnologie avanzate e la possibilità di stampare denaro svincolato dagli andamenti produttivi hanno portato a fenomeni autoimmuni pericolosi come il morbo di Crohn: la proliferazione a catena di prodotti finanziari che sono matrioske sempre più affamate e meno trasparenti; l'esplosione di una liquidità mostruosa, una nube erratica che non ha niente a che fare col PIL, che corrompe le istituzioni e delegittima la politica (ecco le alterazioni strutturali).

Agli antipodi del contadino che coltiva e raccoglie pomodori, c'è il dipendente della Barclays che con un click sulla tastiera manipola il Libor, il tasso d'interesse più importante al mondo, per lucrare miliardi insieme al collega di merende.

Passati dieci anni dalla crisi globale della finanza, la situazione è stata “stabilizzata” portando il debito pubblico al 225% per cento del PIL mondiale e stampando oceani di moneta. (...)

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