L a polarizzazione è iniziata ancor prima che si vedesse una sola immagine della oramai storica intervista di Meghan Markle e il Principe Harry con la regina della Tv americana, Oprah Winfrey. È subito diventata una questione di scelte. Da che parte stai? Con Meghan o con la Regina? Con la vittima o con l'establishment? Meghan è stata lasciata sola a combattere il razzismo della stampa o è la solita approffitattrice in cerca di fama? La famiglia reale è il simbolo di una grande tradizione o una istituzione antiquata basata sul colonialismo razzista del secolo scorso?

Se volete sapere da che parte sto, vi deludo subito. Credo che ci siano stati errori da tutte e due le parti, errori che hanno portato alla rottura fra Buckingham Palace e la coppia che doveva rappresentare il futuro della monarchia. Ma il danno reputazionale non è paragonabile. Si può pensare che Harry e Meghan siano egocentrici e ingenui, ma l'accusa di razzismo rivolta alla famiglia reale è molto seria. Questo non è gossip. Questo è un potenziale disastro istituzionale.

Le accuse principali sono che “The Firm” (l'azienda, come la famiglia reale viene spesso chiamata) non ha dato il supporto necessario a Meghan, che si è trovata ad essere il bersaglio di una stampa tabloid che spesso usava dei toni insidiosamente e indubbiamente razzisti. Questo magari non ha sorpreso molti inglesi. Forse la casa Windsor non è il massimo come supporto emotivo.

E il fatto che i vari protagonisti (la Regina a Buckingham Palace, Harry e Meghan, William e Kate) abbiano tutti degli uffici stampa separati, mostra come con la stampa ci fossero comunque delle fazioni diverse.

Ma l'accusa esplosiva è che il razzismo non era solo sui giornali ma fra le mura dei palazzi reali. Che qualcuno vicino a Harry gli abbia detto di avere “preoccupazioni” sul colore della pelle che avrebbe avuto il suo primogenito Archie. Questa accusa è terribile per una “azienda” che è a capo non solo di una nazione multiculturale che sta iniziando a fare i conti con il proprio passato coloniale, ma anche del Commonwealth, il gruppo di 54 nazioni che hanno quasi tutte fatto parte dell'Impero Britannico. Diciannove di queste nazioni sono in Africa. La Regina è il Capo di Stato di più di una dozzina di membri del Commonwealth. Accusare la famiglia reale di razzismo potrebbe avere un vero impatto politico, e non solo reputazionale.

Evidenziamo allora la parola chiave: accuse. Queste sono accuse, e accuse che non si rivolgono specificamente ad una persona. Questo non insinua che Meghan e Harry abbiano mentito. Credo nelle parole di Oprah a Meghan a inizio intervista: “This is your truth”, questa è la tua verità. Chiedersi se un figlio di coppia mista assomiglierà di più al padre o alla madre non è in sè razzista. Insinuare che una carnagione più chiara sia preferibile è razzista, eccome. Meghan ha parlato di “concerns”, preoccupazioni, espresse, e si vede dalla sua espressione quanto questo la abbia, comprensibilmente, ferita.

Ma il contesto di qualsiasi commento è importante, e tutti devono avere il diritto di difendersi da una accusa. Lanciare una mina simile a Buckingham Palace senza fare nomi, macchia tutta la famiglia reale senza lasciare via di uscita, spiegazioni o contesti.

La risposta ufficiale all'intervista da parte di Buckingham Palace è arrivata il giorno dopo che l'intervista andasse in onda in Gran Breetagna. La frase «i ricordi possono variare» mostra che anche la famiglia reale ha una sua verità. Qualsiasi ulteriore chiarimento tra familiari avverrà «in privato». O almeno così spera l'autore di quel comunicato stampa.

È stata una risposta diplomatica, che però non ferma la speculazione. «So, who is the royal racist?» gridano le prime pagine dei tabloid. Allora, chi è il razzista reale? Questa ormai è la domanda che regna in questi giorni in Inghilterra. E così una accusa non specifica di presunto razzismo sta offuscando i vari e concreti esempi di palese razzismo da parte di certi membri della stampa britannica che alla fine hanno spinto Harry e Meghan a lasciare il loro Regno.

BARBARA SERRA

GIORNALISTA, CONDUTTRICE

DI AL JAZEERA A LONDRA
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