È stato di recente commemorato, al Lazzaretto di Cagliari, Antonio Simon Mossa, grande personalità del sardismo indipendentista e uomo poliedrico e polivalente: architetto, aiuto regista e cineoperatore di guerra, saggista, musicista e soprattutto ideologo di una visione quasi sindacale della condizione dei sardi che invariabilmente preferiva alle altre.

Così Fiorenzo Serra attribuì il suo allontanamento dal cinema al fatto che quest'ultimo tendeva ad eludere, più che a raccontare, le problematiche sociali dei sardi. Vico Mossa rivelò come, nel suo lavoro di architetto, Simon Mossa tendeva a progettare alberghi che potessero trasformarsi in residenze o scuole per giovani disoccupati. Giampiero Marras (suo assistente per lunghi anni) ci ha raccontato di come Simon Mossa rifiutasse i simboli e le ideologie del novecento se non li percepiva utili alla rinascita culturale e sociale della Sardegna.

Insomma: era un intellettuale rivoluzionario Antonio Simon Mossa il cui pensiero è molto attuale; specie oggi che il cantiere federalista europeo rischia definitivamente di arenarsi riportando le tante minoranze etniche e linguistiche che aveva studiato (bretoni, occitani, baschi, slesvig, lami ecc..) nella angusta dimensione della subalternità nazionale; specie oggi che i leaders di alcune comunità ribelli, come i catalani, si trovano in carcere o in esilio e, pur eletti, vengono estromessi dal parlamento europeo.

Non parliamo dell'Italia ove, ormai quotidianamente, si celebra il teatro dell'assurdo. (...)

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