S e si muove, tassala. Se continua a muoversi, regolala. Se smette di muoversi, prova con i sussidi. Questa frase di Ronald Reagan condensa bene quello che sembra essere, tutt'oggi, l'atteggiamento dei partiti politici verso l'impresa privata. Di tutti: sulle grandi questioni dell'economia non esiste una vera e propria opposizione parlamentare.

L'iniziativa privata è fortemente regolamentata e considerata con sospetto. Fino a quando non arriva sull'orlo della bancarotta. In quel momento, il pubblico da temibile avversario diventa appassionato salvatore.

L'attuale governo fa dello “Stato imprenditore” un terreno di convergenza fra i partiti della coalizione. Ora con l'intervento nella Banca Popolare di Bari, intermediato dal Mediocredito centrale, all'arcipelago dello Stato imprenditore si aggiunge una nuova partecipazione bancaria, che si affianca al Monte dei Paschi di Siena. L'unico dibattito è stato retrospettivo, i renziani hanno rimproverato i grillini di averli criticati su Banca Etruria. Nel merito della questione, silenzio assoluto, con l'eccezione di qualche sporadica accusa alla Banca d'Italia, forse perché deve rinnovare il suo direttore generale e la politica vuole mettere becco.

Noi italiani abbiamo esperienza di un Paese nel quale le banche erano in larga misura pubbliche e così buona parte dell'industria nazionale, e dovremmo ricordare come l'una cosa compenetrasse l'altra. (...)

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