La crisi attuale intercorrente fra Russia e Ucraina vista dalla Finlandia, dal Dopoguerra Paese di confine fra due civiltà e modi di pensare, come la definiva Indro Montanelli, abituale frequentatore di Helsinki. Eppure, anche la natura ha deciso questa demarcazione, se è vero, ed è vero, che questa Terra provvista di centinaia di migliaia di laghi e con l'80 per cento del territorio occupato da foreste spesso inestricabili, conserva, forse più di altri Paesi che si vantano di esserlo, una fisionomia prettamente ed esclusivamente occidentale.

In sostanza, questo Stato riesce a mantenere una strettissima autonomia e indipendenza nonostante l'interminabile confine di 1.350 km con lo scomodissimo vicino di casa della Russia.
Una prima impressione si avverte nelle città finniche di confine, come ad esempio Imatra, molti anni or sono sede di un circuito motociclistico mondiale, dove tuttora si conferma la fama del nostro Giacomo Agostini.

Ecco, l'esempio di questa città è indice di quella "finlandizzazione": nei market, in special modo, ma anche negli altri esercizi commerciali le indicazioni dei prodotti, oltre nella lingua locale, sono accompagnate dai caratteri cirillici. Non in lingua inglese, peraltro qui parlata da tutti i finlandesi. Fa una certa impressione osservare la presenza di infinite auto russe che giornalmente attraversano la dogana e vengono ad acquistare prodotti, specie alimentari, ma anche di vestiario, occidentali. Da aggiungere che tengono un comportamento educatissimo e schivo. Sono poco comunicativi: se rivolgi loro un qualcosa riguardante Vladimir Putin, cortesemente glissano.
Come si comporta oggi l'opinione pubblica locale nello scontro fra Mosca e Kiev? Direi con prudenza, inquietudine, circospezione: di certo e per evitare equivoci compromettenti, la gente è prettamente ancorata alla visione occidentale. Piuttosto, a differenza di quanto avviene spesso in Italia, qui non si tiene conto di eventuali fantasticherie, equivoci, notizie prive di riscontri ed altre amenità cui noi del Belpaese siamo abituati a circoscrivere. In pratica, niente ipotesi facilmente smentibili, illazioni, congetture.
Sauli Niinistö, Presidente della Repubblica, non crede che una possibile guerra, da tutta la popolazione fortemente e sperabilmente da evitare, si estenderà al territorio finlandese o svedese.
Niinistö vede nella continuazione della consultazione diplomatica fra le parti, sia a livello fra i due Stati interessati, sia al ruolo delle superpotenze, il modo migliore per evitare la guerra.
Sottolinea che la crisi attualmente in corso, e lo rimarca con intensità, riguarda solo in parte l'Ucraina. Continua ad evidenziare un fatto, il presidente finlandese: "L'Ucraina è una prima cosa. La seconda è questo elenco di richieste da parte di Putin. Sta tornando al passato".
Per completare il quadro a beneficio della chiarezza, Niinistö stima che le azioni del presidente russo Vladimir Putin potrebbero essere motivate dai colloqui Ue-Nato della scorsa estate su una maggiore cooperazione: "Può darsi che la Russia pensi che un'architettura di sicurezza europea sia stata pianificata senza la Russia".
Se si soppesano le parole, Putin, maldestramente, temerebbe di essere accerchiato da una Unione Europea in stretta simbiosi con la Nato.
A noi lettori, come persone pensanti, decifrare e giudicare questo luogo comune riguardante Putin.
Ad ogni buon conto il governo di centrosinistra finlandese, considerata da tempo l'instabilità e la precarietà intermittente con la Russia, ha recentemente deciso di sostituire i vecchi e obsoleti armamenti con l'acquisto, operativo dal 2027, di 64 aviogetti militari F-35 dagli Stati Uniti.
Si consideri inoltre che in Finlandia e in Svezia vige l'obbligatorietà del servizio di leva.
Mario Sconamila – Finlandia

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