Sale la tensione in Venezuela e tra Caracas e Washington.

Ieri la doppia manifestazione, con Nicolas Maduro e i suoi sostenitori da una parte, Juan Guaidò e i suoi dall'altra.

Poi è arrivato Trump, che ha minacciato il presidente venezuelano paventando un intervento militare degli Usa: "Non la escludo, è tra le opzioni sul tavolo", ha detto.

Al Presidente Usa ha risposto direttamente Maduro, che in un'intervista a un'emittente spagnola ha evocato il rischio di una guerra civile e avvisato la Casa Bianca: "La guerra civile è possibile - ha detto - dipende dal livello di pazzia dell'impero settentrionale e dei suoi alleati".

Poi si è rivolto direttamente al suo nemico: "Fermati Trump, qui la gente si sta armando. Noi non ci arrendiamo, stai facendo errori che ti sporcheranno le mani di sangue".

Un duro attacco quello di Maduro: "Vogliono tornare a un Ventesimo secolo di colpi di Stato militari, di governi fantoccio subordinati a loro e di saccheggio delle nostre risorse naturali".

Il leader bolivariano si è rivolto anche alla Ue, il cui ultimatum per fissare nuove elezioni, scade stanotte: "Non accettiamo ultimatum da nessuno", ha detto.

Proprio Parigi oggi ha ricordato l'ultimatum in scadenza, e detto che se Maduro non si impegna subito a organizzare nuove elezioni presidenziali è pronta a riconoscere Guaidò come presidente legittimato a indirle.

Guaidò, dal canto suo, ha annunciato una mobilitazione per chiedere alle Forze armate venezuelane di consentire l'ingresso di aiuti umanitari nel Paese ormai allo stremo.

(Unioneonline/L)
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