"Il potenziale hub del gas in Turchia può essere la piattaforma per determinare il prezzo del gas".

Il faccia a faccia ad Astana tra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan delude chi si attendeva una svolta sull'Ucraina ma rilancia una possibile via d'uscita alla crisi energetica mondiale. Se l'Europa non vuole più comprare direttamente il metano russo, è il messaggio del leader di Mosca, potrebbe farlo con l'intermediazione di Ankara, che continua a ricevere una "piena fornitura" perché si è rivelata "il partner più affidabile".

"Se la Turchia e i nostri possibili acquirenti in altri Paesi sono interessati, potremmo considerare la possibile costruzione di un altro sistema di gasdotti e la creazione di un hub del gas in Turchia per la vendita ad altri Paesi, a Paesi terzi, in primo luogo a quelli europei", ha detto lo zar in un bilaterale di un'ora e mezza a margine della sesta Conferenza sulle misure di interazione e rafforzamento della fiducia in Asia. "Questo hub, che potremmo allestire insieme, servirebbe sicuramente non solo come base per le forniture, ma anche per regolare i prezzi", portandoli "a un livello di mercato normale senza alcuna politicizzazione", ha assicurato ancora Putin, per la soddisfazione di Erdogan.

Mosca, intanto, continua a mandare messaggi di disponibilità alle trattative, ma senza allentare i bombardamenti sull'Ucraina. "L'operazione militare speciale continua ma la Russia è aperta al dialogo per raggiungere i suoi scopi, che non sono cambiati", ha spiegato il Cremlino, precisando comunque di non aspettarsi a breve "prospettive di negoziati". Se poi dovessero arrivare segnali dagli Usa, sarebbe pronta a prenderli in considerazione, ha sottolineato ancora una volta il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, tenendo viva l'ipotesi di un faccia a faccia tra Putin e Joe Biden al G20 del mese prossimo a Bali.

Kiev, però, non si fida. La Russia "va isolata diplomaticamente", la diplomazia è uno strumento "potente" ma non ci può essere finché "parlano le armi", ha avvertito il presidente Volodymyr Zelensky, che insiste invece per nuove forniture militari. "Ci aspettiamo passi importanti dall'Italia e dalla Francia. Sinceramente - ha aggiunto - abbiamo il 10% di quanto ci serve per difenderci".

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La giornata di ora in ora:

Kiev, recuperati 15 cadaveri in edificio colpito a Zaporizhzhia

I corpi di altri 15 civili sono stati recuperati sotto le macerie di un condominio di 9 piani colpito da un missile russo il 9 ottobre scorso a Zaporizhzhia. Altri sei risultano ancora dispersi. L'aggiornamento è stato fornito, scrive Ukrinform, dal Servizio di emergenza ucraino nella regione di Zaporizhzhia. "A seguito del terrore missilistico contro un oggetto civile, 15 persone sono rimaste uccise, 11 si sono salvate e sei sono ancora disperse", si legge nel rapporto. I soccorritori continuano a lavorare tra le macerie dell'edificio. Circa 200 tonnellate di detriti di strutture edilizie sono già state smantellate. Nell'attacco, i missili russi hanno colpito un condominio e un'abitazione nella città di Zaporizhzhia.

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Attacco a Belgorod in Russia, a fuoco impianto elettrico

Nella città russa di Belgorod, al confine con l'Ucraina, c'è stato un nuovo attacco ucraino ed è andata a fuoco una centrale elettrica. "Si sono sentite esplosioni in alcune aree, dopo il bombardamento una sottostazione da 110 kW ha preso fuoco e l'elettricità è venuta meno in una parte della città", afferma il governatore della regione di Belgorod della Federazione Russa, Vyacheslav Gladkov, come riporta Ukrainska Pravda.

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Putin: “Incontrare Biden? Non vedo la necessità”

Vladimir Putin non vede "la necessità" di colloqui con Joe Biden. Lo ha detto il presidente russo da Astana, riferendosi all'eventualità di un faccia a faccia con il presidente americano a margine del G20.

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Putin: “Aperti a colloqui con Kiev”

Vladimir Putin, nel corso del vertice euroasiatico in corso ad Astana, ha confermato che la Russia è aperta alla prospettiva di colloqui con l'Ucraina. Lo riferisce la Tass.

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Mosca: "Il ponte di Crimea verrà riparato entro luglio 2023”

La Russia ha stabilito che il ponte di Crimea, gravemente danneggiato l'8 ottobre da un camion-bomba, dovrà essere completamente riparato entro luglio 2023.

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Causa a TotalEnergies per "crimini di guerra” in Ucraina

In Francia due Ong hanno fatto causa al colosso francese dell'energia TotalEnergies per presunta "complicità in crimini di guerra", con l'accusa di aver contribuito a rifornire di carburante aerei militari russi che bombardano l'Ucraina. Lo fa sapere una fonte vicina al dossier. Le due associazioni, Darwin Climax Coalition, con base in Francia, e Razom We Stand, hanno presentato causa alla procura antiterrorismo francese, che è l'organismo giudiziario incaricato delle indagini sui crimini di guerra. 

(Unioneonline)

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