È bufera sulla lettera che la compagnia aerea Lufthansa ha inviato ai parenti delle vittime del disastro aereo Germanwings, sulle alpi francesi, del 26 marzo 2015.

Nella missiva si sostiene infatti che, prima dello schianto, i passeggeri non si sarebbero accorti di nulla e non avrebbero quindi avuto paura di morire.

A riferirlo il quotidiano tedesco Bild, che getta un'ombra sull'ipotetica "mossa" della compagnia di ridurre, in questo, i risarcimenti alle famiglie delle 150 vittime del volo 9525 Barcellona-Duesseldorf schiantatosi per il suicidio del co-pilota, Andreas Lubitz, in quel momento da solo ai comandi.

Nella lettera si afferma "che i passeggeri non avrebbero avvertito nulla della caduta".

La tesi, ricorda la Bild, è tuttavia smentita anche da quanto affermato dall'avvocato di un parente di due vittime, Elmar Giemulla, secondo cui le registrazioni audio "hanno confermato che nei dieci ultimi minuti del volo" il comandante cercò di sfondare la porta della cabina di pilotaggio per bloccare il suicida (e dando quindi ai passeggeri l'impressione che stesse avvenendo qualcosa di molto grave).

Inoltre "a tratti il velivolo precipitò a 90 km/h mentre in fase di atterraggio sono normali 24 km/h": una "differenza chiaramente notevole", ha detto l'esperto dando l'idea del lungo panico che si sarebbe vissuto a bordo.

L'avvocato accusa Lufthansa, del cui gruppo fa parte la compagnia low-cost Germanwings, affermando come fosse "chiaro" già all'inizio della formazione di Lubitz che il pilota soffriva di depressione.

Il giovane volava grazie a permessi speciali cui non fecero seguito nuove valutazioni delle sue condizioni, come peraltro richiesto da una direttiva dell'aprile 2013.

La Bild ricorda poi che "in autunno" ci sarà un'udienza sulla richiesta di risarcimento.

(Unioneonline/v.l.)
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