Ancora morti nel Mar Mediterraneo.

Dopo le sei vittime di ieri per un gommone affondato, incluso un bambino di sei mesi, sono oltre 74 i migranti morti annegati oggi al largo di Khums, in Libia, centro costiero libico circa cento km in linea d'aria a est di Tripoli.

Lo rende noto l'Onu precisando che le vittime potrebbero essere anche di più: l'imbarcazione su cui erano a bordo trasportava oltre 120 persone, tra cui donne e bambini. Circa 40 sopravvissuti sono stati portati a riva dalla Guardia Costiera libica e da pescatori, 31 corpi sono stati recuperati. Proseguono le ricerche delle vittime, fa sapere l'Oim.

"La perdita di vite umane nel Mediterraneo è una manifestazione dell'incapacità degli Stati di intraprendere un'azione decisiva per dispiegare un sistema di ricerca e soccorso quanto mai necessario in quella che è la rotta più mortale del mondo", ha detto Federico Soda, capo missione dell'Oim Libia. "Da tempo - prosegue Soda - chiediamo un cambiamento nell'approccio, evidentemente impraticabile, seguito nei confronti della Libia e del Mediterraneo. Non dovrebbero essere più riportate persone a Tripoli e si dovrebbe dar vita al più presto a un meccanismo di sbarco chiaro e definito, a cui possano far seguito delle azioni di solidarietà degli altri Stati. Migliaia di persone vulnerabili continuano a pagare il prezzo dell'inazione, sia in mare sia sulla terraferma".

(Unioneonline/D)
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