Salgono a 2.012 le vittime del terremoto che venerdì notte ha devastato il Marocco, a sud di Marraketch. Ma nel Paese non c’è pace: questa mattina una nuova scossa di magnitudo 3.9 ha fatto tremare la terra alle 9:59 ora locale (le 10:59 in Italia).

Intanto è corsa contro il tempo per cercare di salvare le vite rimaste intrappolate sotto le macerie. «Le prossime 24-48 ore saranno fondamentali», ha ricordato Caroline Holt, direttrice delle operazioni della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Un uomo è stato estratto vivo a Moulay Brahim, un villaggio sulle montagne dell'Atlante tra quelli particolarmente devastati dal sisma. A Gueliz, il quartiere nato sotto il protettorato francese, gli edifici hanno retto al terremoto.

Solo a Marrakech, afferma l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), sono 300mila le persone che attendono i soccorsi: migliaia di persone, per la paura di rientrare nelle case rimaste in piedi, hanno trascorso la notte in accampamenti di fortuna, fuori dalle mura della Medina. E mentre da oggi il Marocco osserva tre giorni di lutto, è partita la macchina degli aiuti. La Croce Rossa Italiana ha aperto tramite il suo sito web una raccolta fondi per aiutare la Mezzaluna Rossa Marocchina a soccorrere la popolazione così tragicamente colpita dal terremoto. In campo anche Spagna e Tunisia. Secondo il sismologo e ex professore dell'Università Mohammed V di Rabat, Taj-Eddine Cherkaoui, è «improbabile che ci siano nuove scosse». «Dopo un sisma di questa potenza - sostiene- non possiamo aspettarci fenomeni simili a breve termine».

(Unioneonline/v.f.)

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