Continua ad aggravarsi di ora in ora il bilancio delle vittime del violento terremoto che ieri sera ha colpito il Marocco. Almeno 1.305 persone sono morte e almeno 1.800 sono rimaste ferite, molte in gravi condizioni.

E si teme che i numeri possano crescere ancora, man mano che i soccorsi o le comunicazioni raggiungeranno le zone più vicine all'epicentro, nel centro del Paese, a 16 chilometri del villaggio Tata N'Yaaqoub, nel municipio di Ighil, 72 chilometri a sud-ovest di Marrakesh.

La città storica è infatti fortemente danneggiata: i testimoni raccontano di 30 secondi da incubo, con un boato che assomigliava a quello dell'esplosione "di una bomba".

La forte scossa di magnitudo 7 della scala Richter è stata registrata alle 23.11 di venerdì 8 settembre. Il sisma è stato talmente forte da essere avvertito lungo tutta la dorsale dell'Atlante, a Merzouga, una delle porte del deserto, Taroudant, Essaouira e Agadir e dall'altro versante della catena montuosa a Casablanca, fino a Rabat. Il movimento ondulatorio è durato circa 30 secondi.

Grande paura soprattutto nella medina di Marrakech, dove le parti più fragili delle mura che circondano il centro storico sono crollate. In migliaia si sono riversati per le strade della città nuova di Marrakech e nei vicoli della medina, in preda al panico. Elettricità e collegamento internet sono mancati a lungo.

GLI ITALIANI

In tilt il centralino dell'ambasciata italiana a Rabat, che ha ricevuto numerose chiamate di turisti che chiedono di rientrare a casa.

Non ci sono italiani né tra le vittime né tra i feriti, ha assicurato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani: risultano essere circa 500 i connazionali presenti sul territorio marocchino. L'ambasciatore a Rabat, Armando Barucco, ha inoltre confermato di aver contattato tutti gli italiani che sono stati segnalati «sia attraverso l'Unità di crisi che tramite i numeri che abbiamo noi». L'ambasciatore ha quindi annunciato che all'aeroporto di Marrakesh, preso d'assalto dai turisti in fuga dopo il grande spavento, è stato aperto un help desk della nostra sede diplomatica per fornire assistenza e informazioni agli italiani che dovessero partire.

Oltre agli italiani che erano già stati segnalati e contattati - ha spiegato il capo dell'Unità di crisi della Farnesina Nicola Minasi - ce ne sono altri 200 che partecipavano a una convention aziendale.

FAMIGLIA ITALIANA BLOCCATA

C’è tuttavia apprensione per una famiglia di turisti italiani bloccati sui monti del Marocco: «Siamo preoccupatissimi, siamo bloccati fuori dall'hotel sul passo Tizi n'test e la strada è sbarrata da una frana da entrambe le parti. Ora ci stiamo incamminando verso Agadir, sono trenta chilometri per fortuna in discesa ma dobbiamo a sbrigarci perché inizia a fare caldo», riferisce una donna, in vacanza con il marito e il figlio 15enne.

«La scorsa notte, verso le 23.30 credo, c'è stata una scossa fortissima», racconta ancora la donna, che assieme alla sua famiglia alloggiava in un hotel-ristorante sul passo montano. Sono subito usciti dall'edificio. «L'hotel è rimasto molto danneggiato, per cui abbiamo passato la notte in auto. Ma ora la macchina è inutile perché  la frana ha bloccato entrambe le vie del passo. Non ci sono feriti con noi c'erano altri due turisti, non saprei dire la nazionalità, forse belgi. Ma non ci possono seguire nella lunga camminata perché uno dei due ha difficoltà a camminare».

LE REAZIONI – «Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi a Nuova Delhi per il Vertice G20, ha appreso con dolore il tragico bilancio del devastante terremoto che ha colpito il Marocco», riferisce una nota di Palazzo Chigi: «Meloni ha espresso vicinanza e solidarietà al Primo Ministro Aziz Akhannouch, ai familiari delle vittime e al popolo marocchino, manifestando la piena disponibilità dell'Italia a sostenere il Marocco in questa emergenza».

Papa Francesco esprime «la sua comunione nella preghiera di fronte a questo disastro naturale». «Triste per questo evento», si legge in un telegramma di cordoglio per le vittime inviato tramite il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, il Pontefice manifesta la sua «profonda solidarietà a coloro che sono toccati nella carne e nel cuore da questa tragedia» e prega «per il riposo dei defunti, per la guarigione dei feriti e per la consolazione di chi piange la perdita dei propri cari e della propria casa».

La solidarietà è arrivata anche da oltreoceano: il presidente Usa Joe Biden è «profondamente addolorato per la perdita di vite umane e la devastazione del terremoto». «I nostri pensieri e le nostre preghiere sono rivolti a tutti coloro che sono colpiti da questa terribile difficoltà», ha aggiunto Biden. E ancora: «La mia amministrazione è in contatto con i funzionari marocchini. Stiamo lavorando per garantire che i cittadini Usa in Marocco siano al sicuro e siamo pronti a fornire tutta l'assistenza necessaria al popolo marocchino. Gli Usa sono vicini al Marocco e al mio amico re Mohammed VI in questa fase difficile».

(Unioneonline/D)

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