Non è ancora chiaro cosa sia accaduto a Patrick George Zaky, lo studente dell'Università di Bologna che giovedì notte è stato arrestato all'aeroporto del Cairo perché accusato dal suo Paese di provenienza, l'Egitto, di istigazione alle proteste e diffusione di notizie false.

Il giovane al momento è in custodia cautelare per 15 giorni, su ordine della procura generale, come ha confermato il ministero dell'Interno egiziano.

Secondo l'avvocato che lo ha preso in carico, Wael Ghally, è stato brutalmente torturato per ore: "Ma sono stati attenti, professionali - ha detto -. Hanno usato cavi elettrici 'volanti', nessuno strumento che lasciasse intravedere l’utilizzo dell’elettrochoc. Si tratta di vere torture. Cose che in Egitto sono diventate normali, se uno si occupa di diritti e libertà".

L'Italia, come si apprende da fonti della Farnesina, ha chiesto l'inserimento del caso all'interno del meccanismo di "monitoraggio processuale" coordinato dalla delegazione Ue in Egitto e che consente ai funzionari delle ambasciate Ue di seguire l'evoluzione del processo e presenziare alle udienze. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha detto che sta seguendo da vicino il caso: "Insieme a Di Maio - ha aggiunto il ministro dell'Università Gaetano Manfredi - stiamo operando tramite i canali diplomatici per reperire informazioni certe e trasparenti e verificare la situazione in maniera accurata nel rispetto dei diritti della persona".

"Libertà per Patrick" è lo slogan di un flash mob organizzato in piazza Maggiore dagli amici e compagni di università: "Ha sempre partecipato attivamente alle lezioni - racconta la professoressa Rita Monticelli, coordinatrice del master Gemma di cui fa parte Zaky - cercando di capire e cogliere ogni punto di vista, è sensibile a temi come uguaglianza, equità e rispetto. Mi ha sempre colpito per il suo grande rispetto nei confronti di chi lo circondava. Non lo lasceremo solo".

(Unioneonline/D)
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