La procura spagnola ha citato in giudizio 712 sindaci catalani (su 947 comuni totali della regione), tutti quelli che hanno appoggiato e dato il via ai preparativi per organizzare il referendum indipendentista convocato unilateralmente per il 1 ottobre dal presidente della regione iberica Carles Puigdemont.

I primi cittadini saranno chiamati a comparire come indagati dai procuratori della Catalogna, e se non si presenteranno verranno arrestati.

La procura ha ricordato che la Corte Costituzionale ha sospeso la convocazione del referendum proibendola, e ha avvertito che tutte le azioni mirate all'organizzazione del voto costituiscono reato.

Una mossa che inasprisce ulteriormente le tensioni e mira a intimidire i primi cittadini, che hanno un ruolo chiave nell'organizzazione della consultazione referendaria, che sarà possibile solo nel caso le autorità locali forniscano il loro appoggio e mettano a disposizione i locali in cui allestire i seggi.

Intanto oggi re Felipe ha confermato pubblicamente la sua contrarietà al referendum: "I diritti di tutti gli spagnoli saranno tutelati di fronte a coloro che si situano al di fuori della legalità costituzionale, che prevarrà su qualsiasi attacco contro la convivenza e la democrazia".

(Redazione Online/L)

LO SCONTRO SUL REFERENDUM:

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