Con un totale di contagi da Covid-19 salito, da inizio pandemia, a quota 716.481, la più alta in Europa, la Spagna valuta nuovi provvedimenti.

Nella capitale Madrid, da giorni in conflitto con il governo e ieri teatro di proteste contro le restrizioni antivirus, dalla mezzanotte nuove aree, con milioni di cittadini, sono state sottoposte al divieto di movimento se non per motivi di lavoro, di studio o cure mediche, una misura comunque più blanda di quanto richiesto dal governo.

Da oggi si raccomanda poi a "tutta la popolazione", che risieda o meno in zone a rischio, di "evitare spostamenti inutili", e non è escluso un intervento del governo.

Prima in Europa e ottava al mondo per contagi, nona al mondo e quarta in Europa per decessi (31.232 da inizio pandemia, in una classifica che vede prima il Regno Unito con 42.077 morti seguita da Italia, 35.835, e Francia, 31.741), la Spagna ha visto negli ultimi giorni una impennata di casi, in particolare nella regione della capitale. Il presidente della Comunità di Madrid Isabel Ayuso, tuttavia, ha ribadito di non avere intenzione di inasprire le misure di contenimento del virus. "Ci stiamo rovinando - ha detto - . Non possiamo chiudere tutto. Dobbiamo pensare a proposte creative e di mediazione ", ha detto dopo aver accusato il governo di scarsa coerenza.

L'esecutivo di Pedro Sanchez - riferisce la stampa spagnola - ha lavorato durante il fine settimana sulla possibilità di un intervento su Madrid, che però pone non pochi problemi di compatibilità politiche. Preso atto delle resistenze, in queste ore si tenta una mediazione che potrebbe prevedere un ritorno ad un nuovo lockdown ma non così severo come nella prima fase. Una decisione è prevista per i prossimi giorni. Tra le ipotesi, quella di isolare tutte le località con più di 500 infetti ogni 100mila abitanti, ma che - sottolinea Ayuso - se applicata "deve interessare tutta la Spagna".

(Unioneonline/v.l.)
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