Si complica di ora in ora la situazione in Libia, dove le truppe fedeli al generale Khalifa Haftar hanno annunciato di aver preso il controllo di Sirte, porto strategico a 450 chilometri dalla capitale, scacciando le milizie che sostengono il governo di accordo nazionale del premier Fayez al Serraj.

Le forze fedeli a quest'ultimo hanno però lanciato una controffensiva per riprendere possesso della città.

Intanto, ieri un primo gruppo di soldati di élite turchi è sbarcato a Tripoli, proprio a sostegno di al Serraj, in un'operazione annunciata nei giorni scorsi dal presidente Recep Tayyip Erdoğan.

Dopo il rinvio della missione diplomatica che sarebbe dovuta approdare oggi nella capitale libica, l'Unione europea cerca di rimettersi al lavoro per trovare una soluzione diplomatica a una situazione ormai fuori controllo, dopo il sanguinoso attacco all'Accademia militare di Hadaba che ha provocato una trentina di morti attribuita, tra voci e smentite, alle forze di Haftar.

In una telefonata tra il premier Giuseppe Conte e Angela Merkel è stata ribadita la necessità di "elevare al massimo la pressione diplomatica per promuovere quella soluzione politica" e confermano "l'esigenza di uno stretto raccordo europeo" sulle crisi in Libia e Iraq.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio - che domani sarà al Cairo, poi in Algeria e Tunisia - ha ribadito che la Libia è "una delle priorità" per l'Italia e sottolineato di essere in continuo contatto con gli omologhi europei.

Con la missione abortita prima di vedere la luce, il capo politico del Movimento 5 Stelle si è trovato nel mezzo anche del fuoco incrociato dell'opposizione. Matteo Salvini ha ironizzato sui "vertici notturni a Palazzo Chigi a litigare, a parlare di legge elettorale mentre in Libia arrivano turchi, russi, francesi, egiziani e mezzo mondo".

(Unioneonline/F)
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