Si tratta, ma a Kiev cadono ancora bombe. Il diktat di Putin: “Ucraina neutrale e demilitarizzata, Crimea territorio russo”
Chiuso il primo round dei colloqui. In salita e tra i bombardamenti, ma ci sarà un secondo round nei prossimi giorni
Si tratta la tregua, ma continuano i bombardamenti. Le delegazioni di Russia e Ucraina (QUI i nomi delle persone che hanno partecipato ai negoziati) si sono sedute per sei ore attorno a un tavolo per cercare una via d’uscita alla guerra.
Trattative che partono in salita, come era previsto, tanto da non riuscire neanche a strappare un momentaneo cessate il fuoco per affrontare l'allarmante emergenza umanitaria, tra centinaia di morti e centinaia di migliaia di sfollati.
I NEGOZIATI E LA TELEFONATA PUTIN-MACRON – Ha parlato di colloqui "difficili" il consigliere della presidenza ucraina Mykhailo Podolyak, definendo la posizione russa "estremamente faziosa".
Eppure, confermano entrambe le delegazioni, "nei prossimi giorni" ci sarà un "secondo round", stavolta al confine tra Polonia e Bielorussia, dopo il rientro nelle rispettive capitali per consultazioni. "Abbiamo trovato alcuni punti su cui è possibile trovare un terreno comune", ha fatto sapere la figura chiave della delegazione negoziale inviata dal Cremlino, il magnate Vladimir Medinsky.
La porta non è chiusa, insomma. Un lumicino di speranza c’è e va tenuto acceso il più possibile. Ma mentre i negoziatori sedevano al tavolo delle trattative al confine bielorusso, in una località tenuta segreta sulle rive del fiume Pripyat, chiamata la “casa del pescatore”, Vladimir Putin in una telefonata con Macron dettava le sue imprescindibili condizioni per porre fine al conflitto.
Il presidente russo ha chiesto la "smilitarizzazione e de-nazificazione" di Kiev, che dovrà assumere "uno status neutrale". Basta armi dall'Occidente, mentre l'adesione alla Nato resta "la linea rossa". Non finisce qui: Mosca vuole il riconoscimento internazionale come territorio russo della Crimea, annessa nel 2014.
Macron dal canto suo ha chiesto di fermare l’offensiva e proteggere la popolazione civile. Putin, riferisce l’Eliseo, si è impegnato a "sospendere tutti gli attacchi contro i civili e le abitazioni". Attacchi che il Cremlino nega, accusando i "nazionalisti" ucraini di usare i civili come scudi umani.
Kiev al tavolo dei negoziati ha chiesto il ritiro immediato di tutte le truppe russe dall’Ucraina.
I COMBATTIMENTI – L’avvio delle trattative non ha fermato i bombardamenti. Nella notte e in mattinata una gragnuola di missili si è abbattuta sulla città di Kharkiv, che ha resistito ferocemente all’attacco russo. "Hanno bombardato le zone residenziali, temiamo decine di morti", ha denunciato il governatore regionale Oleg Sinegoubov.
Si continua a morire anche a Kiev, diverse esplosioni hanno ripreso a sconquassare la capitale subito dopo la fine del primo round dei negoziati, accompagnate dal suono delle sirene d’allarme. Nella capitale è scattato di nuovo il coprifuoco.
Le forze russe in serata hanno lanciato attacchi missilistici su tre insediamenti urbani a sud di Kiev. Lo riferiscono media locali, citando i servizi di emergenza statali, secondo cui i centri colpiti sono Vasylkiv, Bila Tserkva e Kalynivka. Nei raid, si aggiunge, "sono stati distrutti un dormitorio e due abitazioni". Mosca denuncia invece bombardamenti nelle zone separatiste del Donbass. L'ultimo bilancio dell'Onu parla di 102 civili morti, tra cui sette bambini, ma le cifre ucraine sono ancora più drammatiche, con almeno 352 civili uccisi, tra cui 14 bambini, e quasi 1.700 feriti.
IL BATTAGLIONE INTERNAZIONALE – In questo quadro, la resistenza di Kiev si fa forte della creazione di un battaglione internazionale, per cui secondo il governo di Volodymyr Zelensky sarebbero già giunte migliaia di richieste di adesione, compresa quella di un italiano.
PUTIN ISOLATO – Sempre più pesante l’isolamento internazionale della Russia. La Turchia ha vietato il transito di tutte le navi militari attraverso gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli, da cui si accede al mar Nero.
Nella riunione d’emergenza dell’Assemblea generale dell’Onu si sono susseguite le condanne, è ancora attesa la risoluzione definitiva.
Le Nazioni Unite hanno anche espulso 12 diplomatici russi che, questa la motivazione, "hanno abusato dei loro privilegi di residenza negli Usa impegnandosi in attività di spionaggio che sono contrarie alla nostra sicurezza nazionale".
Diversi Paesi, Italia compresa, inviano armi all’Ucraina e oggi Mosca ha risposto alla chiusura degli spazi aerei occidentali con una misura reciproca, chiudendo i propri cieli a 36 Paesi.
Tutte pressioni che, insieme all'inasprimento delle sanzioni (cui oggi si è aggiunta anche la Svizzera con una decisione storica), stanno infliggendo danni pesanti all'economia russa, che ha vissuto un lunedì nero tra crollo del rublo e fuga degli investitori.
(Unioneonline/L)