Secondo giorno, oggi, per Papa Francesco in visita in Cile: in programma c'è l'incontro con gli Indios mapuche, al centro di una questione col governo in merito all'esproprio delle terre su cui vivono da sempre.

Ieri il pontefice ha chiesto di ascoltare "i popoli autoctoni, spesso dimenticati, i cui diritti devono ricevere attenzione, perché non si perda una parte dell'identità e della ricchezza di questa nazione".

E durante la sua omelia al parque O'Higgins, ha ricordato il poeta e premio Nobel cileno Pablo Neruda, che a Temuco ha vissuto nei primi anni del Novecento.

Ma l'attenzione mediatica si è concentrata sulle sue frasi relative alla pedofilia nel clero: "Non posso fare a meno di esprimere il dolore e la vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa", sono state le sue parole a Palazzo della Moneda.

E ancora: "Desidero unirmi ai miei fratelli nell'episcopato, perché è giusto chiedere perdono e appoggiare con tutte le forze le vittime, mentre dobbiamo impegnarci perché ciò non si ripeta".

(Unioneonline/s.s.)

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