Nuova puntata del cosiddetto “partygate”. 

Scotland Yard ha avviato un'indagine sullo scandalo per le feste realizzate a Downing Street in presunta violazione delle regole anti-Covid.

La comandante della Met Police, Cressida Dick, ha affermato che è finito sotto la lente della forza di polizia "un certo numero di eventi" degli ultimi due anni svoltisi a Downing Street e Whitehall, rispetto ai quali si deve ora valutare se ci sia stata o meno una violazione della legge. Nell'annunciare l'avvio delle indagini, la comandante di Scotland Yard ha precisato che è stata assicurata piena collaborazione dal Cabinet Office e che l'azione della polizia sarà "imparziale" e senza timori di pressioni da parte di Downing Street. 

JOHNSON: “COLLABORIAMO” – In effetti il premier britannico Boris Johnson, secondo un portavoce di Downing Street, ha detto che il premier, il suo staff e il governo Tory intendono "cooperare pienamente". La decisione di Scotland Yard di aprire un'indagine preliminare, ha detto il premier, è "interamente giusta".

GLI ATTACCHI – Il portavoce non ha invece evocato alcuna ipotesi di passi indietro da parte di Johnson. Eppure fonti citate da Sky News hanno riferito di presunti malumori fra alcuni ministri non preavvertiti dal premier sull'avvio dell'inchiesta.

L’opposizione intanto resta con le armi puntate: l'apertura di un'inchiesta da parte di Scotland Yard sul partygate riflette la prospettiva di "un potenziale comportamento criminale", con pesanti ombre "accusatorie sul più alto ufficio" del Regno Unito, quello di primo ministro ricoperto da Boris Johnson, ha denunciato la vice leader dell'opposizione laburista, Angela Rayner, durante un'ennesima interrogazione urgente ai Comuni sulla vicenda, sferrando un nuovo attacco contro il governo Tory. 

(Unioneonline/D)

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