Negli Usa è scattata la prima class action contro Facebook e Cambridge Analytica, dopo lo scandalo dei giorni scorsi a proposito del presunta raccolta dei dati degli utenti senza il loro consenso da parte del social network.

L'azione legale collettiva è stata avanzata presso la corte distrettuale di San Josè, nello Stato della California e potrebbe essere la prima di una serie di iniziative per portare in tribunale la società guidata da Mark Zuckerberg.

IL RUOLO DELL'EX STRATEGA DI TRUMP STEVE BANNON - Ci sarebbe l'ex stratega di Donald Trump, Steve Bannon, dietro lo scandalo.

Bannon - silurato lo scorso agosto dal presidente Usa - ha supervisionato i primi tentativi di Cambridge Analytyca di raccogliere dati sul social network come parte di un ambizioso programma per costruire profili dettagliati di milioni di elettori statunitensi.

È quanto ha rivelato la talpa che ha tirato fuori lo scandalo, Chris Wylie, dipendente di Cambridge Analytica fino a fine 2014. Secondo Wylie quell'anno la compagnia testò proprio sotto Bannon il potere e l'efficacia dei messaggi anti-estabilishment che sarebbero diventati i temi centrali della campagna elettorale di Donald Trump.

Bannon entrò nel board della società proprio quando iniziò ad occuparsi della campagna elettorale di Trump. La talpa Wylie, in un'intervista al Washington Post, ha spiegato come di fatto in quel periodo fosse il boss di Alexander Nix, il Ceo che nelle ultime ore è stato rimosso dal suo incarico.

LA DICHIARAZIONE DI ZUCKERBERG - Intanto la società di Zuckerberg, dopo il crollo in Borsa, è intervenuta con una nuova dichiarazione per sedare lo scandalo: "Siamo stati ingannati, siamo i primi ad essere indignati: siamo impegnati a rafforzare le nostre policy per proteggere le informazioni personali e prenderemo qualunque iniziativa perché questo accada".

Dopo le parole del Ceo, il titolo della società americana è tornato a salire a Wall Strett (+0,98%).

(Unioneonline/L)

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