I servizi segreti turchi hanno coordinato lo scambio di prigionieri tra la Russia e gli Stati Uniti che coinvolge anche Evan Gershkovich, il reporter del Wall Street Journal, e l'ex marine americano Paul Whelan. L'operazione è stata portata a termine all'aeroporto di Ankara.

Lo ha confermato anche Joe Biden: «Oggi 3 cittadini americani e un titolare di green card americano ingiustamente imprigionati in Russia stanno finalmente tornando a casa: Paul Whelan, Evan Gershkovich, Alsu Kurmasheva e Vladimir Kara-Murza. L'accordo che ha garantito la loro libertà è stato un'impresa diplomatica. In totale, abbiamo negoziato il rilascio di 16 persone dalla Russia, tra cui 5 tedeschi e 7 cittadini russi che erano prigionieri politici nel loro stesso Paese. Alcune di queste donne e uomini sono stati ingiustamente trattenuti per anni. Tutti hanno sopportato sofferenze e incertezze inimmaginabili. Oggi la loro agonia è finita».

Fino a poche ore non c’era nulla di certo ma sembrava puntare in questa direzione anche la grazia che il dittatore bielorusso Lukashenko aveva concesso ieri a un cittadino tedesco condannato a morte e le condanne - ritenute di ovvia matrice politica - inflitte nei giorni scorsi in tempi insolitamente rapidi a Gershkovich e alla reporter russo-americana Alsu Kurmasheva (per concedere la grazia serve una condanna). Tra i detenuti politici russi l'ultimo di cui si erano perse le tracce era Vladimir Kara-Murza, uno dei volti più noti dell'opposizione.

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata