Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato l’avvio a scadenza immediata di nove misure «per fermare il genocidio a Gaza, per perseguire gli autori e per sostenere la popolazione palestinese».

Le misure, annunciate in un videomessaggio alla nazione dal palazzo della Moncloa per frenare il «massacro», sono contenute in un decreto urgente che sarà approvato domani dal Consiglio dei ministri ed entreranno in vigore in maniera «immediata».

Prevedono il consolidamento giuridico dell'embargo di armi a Israele, già in vigore dall'ottobre 2023; il divieto di ingresso in Spagna «di tutte le persone che partecipano in maniera diretta al genocidio, alla violazione dei diritti umani e ai crimini di guerra sulla Striscia di Gaza»; e più aiuti umanitari.

Oltre al divieto legale permanente di vendere o comprare armi, munizioni ed equipaggiamento militare da Israele, il decreto prevede quello di transito nei porti spagnoli a tutte le navi che trasportano combustibili destinati alle forze armate israeliane. E il divieto di entrata nello spazio aereo spagnolo a tutti gli aerei di Stato che trasportano materiale di difesa destinato a Israele.

Le altre misure includono il divieto di importazione di prodotti provenienti dagli insediamenti illegali israeliani a Gaza e in Cisgiordania, per frenare le occupazioni e lo spostamento forzato della popolazione civile palestinese e «mantenere viva la soluzione dei due Stati». Ancora: l'aumento della collaborazione con l'Autorità palestinese, aumentando il numero di militari nella missione della Ue di assistenza alla frontiera di Rafah, e nuovi progetti di collaborazione in agricoltura, sicurezza alimentare e assistenza medica.

Previsto, inoltre, l'incremento di 10 milioni del contributo spagnolo all'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), assieme a quello di aiuti umanitari per Gaza fino a 150 milioni di euro nel 2026.

Sanchez ha iniziato il suo discorso riconoscendo le «innumerevoli e ingiuste persecuzioni» sofferte dal popolo ebraico lungo la storia, «inclusa la più atroce che fu l'Olocausto». Ha ricordato che il governo spagnolo ha condannato «dal primo giorno gli attacchi terroristici e i sequestri» degli ostaggi israeliani da parte di Hamas. Madrid «sosterrà sempre il diritto di Israele a esistere, a garantire la sua sicurezza e a prosperare», ma «con la stessa convinzione» distingue fra «proteggere il tuo paese e la sua società» e «bombardare ospedali e uccidere per fame bambini», ha evidenziato il presidente del governo spagnolo.

«Quella che il primo ministro israeliano ha annunciato nell'ottobre 2023 come un'operazione militare contro gli atroci attentati terroristici di Hamas ha finito col diventare una nuova ondata di occupazioni illegali e in un attacco ingiustificabile contro la popolazione civile palestinese. Un attacco che la relatrice speciale delle Nazioni Unite e la maggioranza di esperti definiscono già come un genocidio», ha detto inoltre Pedro Sanchez. Che ha ricordato i «63.000 morti, 159.000 feriti, 250.000 persone a rischio di denutrizione acuta e 2 milioni di sfollati forzati.  Questo non è difendersi, è sterminare un popolo indifeso, violare le leggi del diritto umanitario», ha concluso.

(Unioneonline)

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