Almeno dieci milioni di persone hanno visto le pubblicità russe presenti su Facebook al centro del Russiagate, l'inchiesta relativa alle possibili ingerenze russe sulle elezioni presidenziali americane del 2016, in cui ha trionfato Donald Trump.

Lo ha rivelato una stima del social network creato da Marck Zuckerberg, che - dopo le richieste del Congresso - ha consegnato a Robert Mueller, il procuratore speciale che indaga sul caso, tutta la documentazione.

I rappresentati del colosso americano hanno ammesso che alcune imprese russe avevano acquistato circa 3mila spazi pubblicitari sulla piattaforma in cui venivano lanciati messaggi di carattere politico e che quindi potenzialmente erano in grado di influenzare il voto nelle ultime elezioni presidenziali negli Stati Uniti.

"La metà degli annunci acquistati è costata meno di tre dollari l'uno, il 99 per cento meno di mille", ha fatto sapere la società in un documento.

Secondo quanto reso noto dal vicepresidente di comunicazione e marketing, Elliot Schrage, di questi messaggi, il 44% sarebbe stato visualizzato prima del voto di novembre e che invece il 25% di essi non avrebbe mai raggiunto alcun utente.

Schrage ha poi affermato che molti di questi annunci pubblicitari sono stati rimossi dal social network non per i propri contenuti, ma perché acquistati da account che si sono rivelati falsi: "Molte inserzioni non violavano le nostre politiche interne: questo significa che se fossero state acquistate da profili autentici, sarebbero rimaste sulla piattaforma", ha dichiarato.

Nei giorni scorsi i rappresentati della società, insieme a quelli di Twitter e Alphabet (Google), erano stati convocati dalla commissione Intelligence del Senato americano per un'udienza pubblica sul tema Russiagate fissata per il prossimo primo novembre.

(Redazione Online/F)

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