Putin: «Pronti a trattare con Trump su Kiev». Lavrov gela l’Italia: «Paese ostile, fuori dal processo di pace»
Il presidente russo sul tycoon: «Sono d’accordo con lui: se nel 2020 non gli avessero rubato la vittoria, forse non ci sarebbe stata questa crisi in Ucraina»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
L'Italia non può essere «un partecipante al processo di pace» per l'Ucraina, perché le relazioni con la Russia attraversano «la crisi più profonda dalla Seconda guerra mondiale, e di questo è indubbiamente responsabile il governo di Roma».
L'attacco è arrivato ieri da Mosca e proprio nel giorno in cui Vladimir Putin ha lanciato i segnali più distensivi ed espliciti per l'apertura di negoziati con Donald Trump, dicendosi pronto a incontrarlo per parlare di tutto.
Nelle sue risposte inviate alle domande presentate per iscritto dai giornalisti prima di una conferenza stampa tenuta dal ministro Serghei Lavrov il 14 gennaio, il ministero degli Esteri esclude qualsiasi ruolo di mediatore al quale il governo di Giorgia Meloni possa aspirare (ammesso che lo voglia) basandosi sugli stretti rapporti che va intessendo con Trump.
«Vista la posizione anti-russa assunta dall'Italia - afferma la diplomazia di Mosca - non la consideriamo come un possibile partecipante nel processo di pace. Per non parlare di quello di un qualche 'difensore degli interessi della Russia nella Ue', ciò che suona francamente ridicolo date le circostanze attuali».
Il messaggio è chiaro: Mosca non ha bisogno di mediatori, specie nell'Unione europea, ora che un canale di dialogo diretto, sull'Ucraina e non solo, si va aprendo con la nuova amministrazione americana.
Alcuni osservatori ritengono che contatti tra i due staff siano già in corso. Al punto che Putin ha detto di essere aperto ad un vertice in presenza. «Con l’attuale presidente ho sempre avuto rapporti di lavoro, ma pragmatici e improntati alla fiducia reciproca» le parole di Putin in un'intervista con il noto giornalista televisivo Pavel Zarubin. «Sono d’accordo con lui: se nel 2020 non gli avessero rubato la vittoria, forse non ci sarebbe stata questa crisi in Ucraina. Faremmo meglio a incontrarci e ad avere una conversazione realista su tutte le questioni di comune interesse per gli Usa e per la Russia, sulla base della situazione odierna. Noi siamo pronti».
Nel frattempo Zelensky, in un'intervista esclusiva a Cecilia Sala oggi sul Foglio, chiamato a commentare il ruolo del presidente del consiglio Meloni, afferma che «il canale di dialogo privilegiato con Trump potrà essere utile all'Europa e spero anche all'Ucraina».
(Unioneonline/v.l.)