Una delle poche certezze è che Tetsuya Yamagami voleva colpire e uccidere l’ex premier giapponese Shinzo Abe con una pistola artigianale. E che è riuscito nel suo intento.

Ma sono ancora tanti gli interrogativi che pendono sulle ragioni del gesto e su chi sia l’attentatore. Ex militare di 41 anni, l’uomo arrestato non sembra essere un attivista politico: viveva in un appartamento qualunque nella città di Nara e aveva lasciato il lavoro a maggio per motivi di salute.

Frequentò una scuola superiore pubblica e nel suo annuario scrisse di “non avere la più pallida idea” di cosa volesse fare da grande. L’uomo ha prestato servizio nella Marina delle Forze di Autodifesa per due anni e nove mesi fino al 2005 presso la base di Kure, prefettura di Hiroshima.

Nel 2020 ha iniziato a lavorare in un’azienda manifatturiera, quest’anno ad aprile ha comunicato di voler abbandonare il lavoro “perché stanco”. 

Non ci sono segnalazioni di problemi sulla sua condotta e un suo conoscente ha detto: “Non ho mai sentito che avesse convinzioni politiche, non riesco in alcun modo a collegarlo all’attacco”.

Yamagami avrebbe colpito l’ex premier “per odio”. Parlando con la Polizia ha escluso “motivazioni politiche” e ha parlato del suo “rancore” contro una presunta e non specificata “organizzazione” che lui pensava fosse legata a Shinzo Abe.

Ha costruito da sé, recuperando su Internet le istruzioni di assemblaggio, la pistola e i “diversi ordigni esplosivi” poi trovati in casa. “Provavo risentimento per l'ex primo ministro e per questo volevo ucciderlo”, ha confessato agli inquirenti.

Le immagini dell'arresto mostrano l'arma avvolta nel nastro adesivo nero, per meglio occultarla e per rinforzarne la struttura, con due canne e dalle dimensioni di poco più grandi di una pistola. Di sicuro molto potente, viste le lesioni mortali causate.

In Giappone il porto e l'uso delle armi da fuoco è disciplinato con estremo rigore e consentito solo in limitatissimi casi: gli stessi agenti della sicurezza di Abe che hanno bloccato l'attentatore scaraventandolo per terra, lo hanno affrontato senza ricorrere alle armi.

(Unioneonline/L)

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