Si sblocca l'accordo globale sui tagli alla produzione di petrolio causa virus, dopo una maratona ininterrotta di colloqui.

La partita avviata dall'Opec+ per cercare di riequilibrare il mercato petrolifero travolto dal crollo della domanda trova la collaborazione di un mediatore d'eccezione: Donald Trump, in pressing sul Messico che alla fine acconsente.

Il Paese si era sfilato contestando che la quota di tagli a suo carico era troppo onerosa, ma poi la telefonata con il presidente Usa che ha promesso aiuto ha fatto cambiare idea al presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador.

"Mi ha telefonato Trump - ha spiegato - ho parlato con lui e siamo arrivati ad un accordo per i nostri 100.000 barili. Gli Stati Uniti da parte loro faranno, per compensare, un ulteriore taglio della loro produzione di 250.000 barili".

Battendo sul tempo il presidente russo Vladimir Putin, il numero uno della Casa Bianca ha poi preso l'iniziativa di intavolare una "conversazione telefonica" con Putin per discutere delle misure per contrastare l'epidemia di Covid-19 e della situazione nel mercato mondiale del petrolio, "incluso l'accordo, che si sta elaborando nel formato Opec+, per ridurre la produzione in modo da stabilizzare i prezzi del greggio a livello globale".

L'intesa raggiunta dall'Opec+ fissa una riduzione dell'output di 10 milioni di barili al giorno per due mesi, a maggio e giugno, per poi rallentare riducendo il taglio a 8 milioni di barili/giorno e da gennaio 2021 a 6 milioni di barili /giorno.

Mancano ancora dei tasselli importanti, la partita si gioca ora al livello di G20.

(Unioneonline/D)
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