La Westminster Magistrates Court londinese ha emesso l’ordine formale di estradizione negli Stati Uniti per Julian Assange.

Salvo un ricorso dell’ultimo minuto all’Alta Corte, spetta ora al ministro degli Interni Priti Patel dare l’ok finale al trasferimento dell’attivista negli Stati Uniti. Ha 28 giorni di tempo per esprimersi, ma il via libera appare scontato visti i rapporti tra Usa e Gran Bretagna.

Assange negli Usa rischia fino a 175 anni di carcere per aver contribuito a diffondere documenti riservati sui crimini di guerra commessi dalle forze americane in Iraq e Afghanistan: su di lui pendono ben 18 capi d’accusa.

L'ordine di estradizione nei confronti del fondatore di Wikileaks è stato emesso durante una breve udienza, durata solo sette minuti, dal giudice Paul Goldspring. "In parole povere, ho il dovere di inviare il caso al ministro per una decisione”, ha affermato il magistrato. Assange era collegato in videoconferenza dal carcere londinese di massima sicurezza di Belmarsh dove è rinchiuso da tre anni.

Resta la possibilità da parte dei legali di Assange di un ricorso all'Alta corte di Londra. Le probabilità di successo sono però ridotte al minimo dopo il lungo iter legale della magistratura britannica.

Fuori dal tribunale di Westminster alcuni attivisti di Wikileaks hanno protestato chiedendo di non estradare Assange.

(Unioneonline/L)

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