"Voglio che sia chiaro, non sono pentito di quello che ho fatto". Lo ha scritto nel suo diario in carcere e lo ha ribadito davanti ai giurati del tribunale Dylan Roof, il 22enne arrestato per il massacro in una chiesa di Charleston che è costato la vita a nove fedeli afroamericani.

Nel suo diario il giovane killer si lamenta di non poter più andare al cinema e mangiare quel che gli piace, ma aggiunge che comunque "ne valeva la pena".

Dylan Roof è stato riconosciuto colpevole di crimini di odio razziale, e la giuria deve decidere fra l'ergastolo e la pena di morte.

Proprio sul diario e sull'assenza di rimorso punta l'accusa per chiedere la pena di morte.

Il ragazzo ha anche licenziato i suoi avvocati perché non voleva ricorrere all'infermità mentale: "Non c'è nulla di psicologicamente sbagliato in me", ha detto ai giudici.

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