Mahsa Amini non è morta per un pestaggio ma per una malattia

Lo sostiene il rapporto medico seguito all'autopsia effettuata a Teheran sul corpo della 22enne iraniana, arrestata dalla polizia morale perché non indossava correttamente il velo e deceduta dopo tre giorni nell'ospedale dove era arrivata dalla caserma già in coma.

La morte di Mahsa, si sostiene, sarebbe legata ad "un intervento chirurgico per un tumore al cervello subito all'età di 8 anni" e "non a percosse alla testa e agli organi vitali".

Il clamoroso documento, pubblicato dalla Tv di Stato, arriva a tre settimane dalla morte della giovane che ha scatenato proteste in tutto il Paese (e non solo) duramente represse dalle forze dell'ordine, e ha ulteriormente acceso la rabbia degli attivisti iraniani. 
Non solo: Amnesty International e altre organizzazioni accusano la polizia iraniana di aver provocato la morte anche di un'altra adolescente, la 16enne Sarina Ismailzadeh, scomparsa il 24 settembre. Per la procura di Alborz, la ragazza si sarebbe "suicidata" lanciandosi dalla finestra di un edificio non lontano dalla casa delle nonna, mentre secondo le Ong la morte è stata provocata da "colpi di manganello alla testa". Chiede giustizia anche la madre di Nika Shakarami, un'adolescente morta dopo aver preso parte alle dimostrazioni, che ha dichiarato a Radio Farda che la figlia è stata uccisa dalle forze di sicurezza e non ha perso la vita cadendo da un edificio, come anche in questo caso aveva sostenuto invece la magistratura.

Dal 16 settembre le dimostrazioni per i diritti delle donne in Iran non si sono mai fermate e nei giorni scorsi sono state portate avanti soprattutto da universitari e studentesse di scuole superiori di varie città che hanno dimostrato togliendosi il velo. Secondo Amnesty International sono morte almeno 82 persone, tra cui minori, durante duri scontri la scorsa settimana a Zahedan, nel sud est del Paese. 

(Unioneonline/D)

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