Una scena orribile e drammatica quella a cui hanno assistito diversi testimoni nel penitenziario di Stato dell’Oklahoma dove si è svolta l’esecuzione capitale di un condannato a morte, proprio nel giorno in cui il presidente Joe Biden incontrava in Vaticano Papa Francesco.

Il boia ha iniettato nelle vene di John Marion Grant, 60enne afroamericano, il cocktail letale di farmaci. L’uomo è stato dichiarato morto dopo 21 minuti durante i quali ha affrontato una terribile agonia fatta di convulsioni incontrollate e violenti conati di vomito.

L'effetto del Midazolam, il primo iniettato per far perdere conoscenza al condannato, si è fatto subito sentire su Grant, le cui convulsioni sono state talmente violente da strappare quasi le stringhe che lo inchiodavano al lettino. Ha vomitato almeno una ventina di volte, e solo dopo 15 interminabili minuti ha perso conoscenza. Quindi il boia ha somministrato gli altri due farmaci previsti dal protocollo, quello per fermare l'apparato respiratorio e quello per fermare il cuore. Subito dopo c’è stata la constatazione del decesso tra le lacrime dei familiari che erano presenti insieme a un gruppo di giornalisti e ai legali del condannato. Questi ultimi denunciano come Grant, che aveva ammesso i suoi crimini e si era pentito e ravveduto, non abbia mai ricevuto in questi anni l'assistenza psicologica e le cure mentali di cui avrebbe avuto bisogno. Era stato condannato a morte nel 2000: due anni prima aveva ucciso il dipendente di una caffetteria del carcere in cui si trovava per reati minori.

(Unioneonline/s.s.)

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