Un presidente negazionista come Bolsonaro, una quarantena che va avanti ormai da due mesi ma è molto soft. E, per ora, nessun risultato nella lotta al coronavirus.

Quello del Brasile sta diventando un caso: ieri sono stati registrati 11.555 casi e 75 vittime: i numeri ufficiali al momento parlano di 192mila contagi e 13.276 decessi. Cosa che, in un Paese con più del triplo degli abitanti dell'Italia, di per sé non desterebbe troppo allarme.

Tuttavia i casi sono concentrati sulle aree urbane molto affollate, e il ritmo di crescita è elevatissimo, ancora esponenziale, anche dopo due mesi di quarantena. Secondo uno studio dell'Imperial College di Londra il Brasile è l'unico Paese al mondo rimasto su un tasso di contagio R0 intorno a 2.

La sanità è al collasso, la gente muore in casa senza diagnosi, come accaduto anche in Lombardia nei momenti più bui dell'epidemia.

Troppa gente va ancora in giro: lo sostengono tutti tranne il Presidente Bolsonaro, che vorrebbe riaprire tutto e far ripartire l'economia.

LO STUDIO - L'università di Washington prevede un aumento della curva dei decessi che porterà il bilancio delle vittime a 88.305 ad agosto. Il modello utilizzato per questa proiezione è lo stesso usato negli studi condotti dalla Casa Bianca per monitorare l'evoluzione dell'epidemia.

Secondo lo studio la curva di decessi e infezioni continuerà a crescere fino a luglio, quando si prevede ci saranno circa mille morti al giorno. Dopo questo picco, una stabilizzazione e un graduale declino, con una stima di 780 decessi giornalieri ad agosto.

Ieri il Brasile ha superato la Francia, diventando sesto Paese al mondo per numero di persone contagiate.

(Unioneonline/L)
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