Passo indietro della Polonia sulla così tanto contestata legge sulla Shoah.

Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha chiesto infatti alla Camera bassa del Parlamento di modificarla, dopo la crisi internazionale che si è venuta a creare a seguito della sua promulgazione.

L'emendamento è stato così approvato dal Segm con 388 voti a favore, 25 contrari e 5 astenuti.

È stata quindi rimossa la pena di 3 anni di carcere per chiunque attribuisca alla Polonia una qualsivoglia responsabilità nei crimini nazisti.

L'annuncio è arrivato nel pieno del confronto con l'Unione europea sulla vicenda.

Ovviamente, la mossa del Parlamento polacco è volta a distendere i rapporti con Bruxelles, specialmente in un periodo di tensione su diversi fronti: da quello dell'immigrazione alla riforma della giustizia.

Morawiecki, comunque, intervistato da un'emittente radiofonica locale, ha spiegato come le polemiche sul presunto negazionismo storico che starebbe a fondamento della tanto contestata legge distolgano l'opinione pubblica dai veri motivi della sua nascita, e cioè dal "difendere il buon nome della Polonia".

Queste dichiarazioni, però, per molti sono discordanti con gli effettivi contenuti della norma. Visto che, ad esempio, è vietato usare l'espressione "campi polacchi" in riferimento alle strutture concentrazionarie costruite dai nazisti nella Polonia occupata.

(Unioneonline/DC)
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