Le truppe israeliane sono entrate in Libano. L’operazione via terra, tanto temuta, è iniziata.

L’annuncio è del Dipartimento di Stato americano, che ha precisato che Tel Aviv sta compiendo al momento «operazioni terrestri limitate nel Libano».

Le autorità di Beirut hanno fatto sapere che l'esercito ha riposizionato le truppe nel sud del Paese per fronteggiare l'offensiva di terra.

L'esercito libanese è stato visto ritirarsi da diverse posizioni sul confine meridionale con Israele. Lo scrive la Reuters sul suo sito citando residenti locali e una fonte della sicurezza.Un portavoce dell'esercito libanese non ha confermato o smentito le segnalazioni, mentre un'altra fonte della sicurezza ha affermato che le truppe libanesi si trovavano almeno cinque chilometri a nord della frontiera dopo il ritiro. 

A sud del Libano, dove si trova anche il contingente della missione Onu Unifil, guidato da oltre mille militari della Brigata Sassari, si sentono spari di tank e di artiglieria.

La situazione rischia di precipitare e sono a rischio anche i nostri militari, che al momento sono in “allarme 2”, ovvero vengono limitati al minimo gli spostamenti all'esterno della base. A quanto si apprende, i soldati sono in allerta all'interno della base ma non sarebbe stato al momento necessaria l'entrata nei bunker. 

Come ha precisato ieri il ministro Crosetto, i militari del contingente Onu «non sono l'obiettivo diretto degli attacchi, anche se l'incremento del livello e dell'intensità degli scontri ne rende possibile il coinvolgimento accidentale». Se la situazione dovesse precipitare è pronto un piano di evacuazione.

(Unioneonline/L)

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