Nonostante la sconfitta dell'Isis, annunciata nei mesi scorsi dal regime di Assad e dall'alleata Russia, la guerra in Siria non è finita. Anzi, quotidianamente, a causa dei combattimenti che tuttora proseguono tra l'esercito di Damasco e i gruppi ribelli, in diverse zone del Paese si continua a morire.

A fare le spese del conflitto, a costo della vita, sono soprattutto i civili. Uomini, donne e bambini. Come sta accadendo nella provincia di Idlib, dove, denuncia Save the Children, "migliaia di bimbi sono in gravissimo pericolo a causa dell’escalation dei combattimenti nell’enclave sotto il controllo dell’opposizione". E dove, continua la ong, "i bombardamenti e il lancio di missili si sono intensificati, con numerosi attacchi fatali".

Una situazione insostenibile, che ha costretto l'organizzazione per la difesa dell'infanzia e i suoi partner locali a chiudere per motivi di sicurezza più di 30 scuole.

"BOMBE OVUNQUE" - Lo scenario descritto è tetro: "Sono centinaia le persone sfollate, costrette a vivere in tende senza alcun riparo da bombe e missili", spiega Save the Children.

E anche le testimonianze dirette sono choccanti: "Erano le 10 del mattino ed eravamo nelle nostre tende quando abbiamo sentito la prima esplosione", racconta Samer (il nome è di fantasia per tutelare la privacy ed evitare rappresaglie), padre di 4 bambini fuggito dalla propria abitazione per rifugiarsi con la famiglia nel campo di Atmeh, a nord di Idlib.

"Quando siamo usciti - aggiunge l'uomo - ci siamo resi conto che l'ordigno era caduto a 70 metri da noi, mentre la seconda bomba è caduta a ovest, a 100 metri di distanza. La terza bomba, invece, è precipitata nella strada di fronte". Nell'attacco sei persone hanno perso la vita.

“Tra queste, due bambini. Erano seduti attorno a una stufa, nel campo, quando improvvisamente una bomba è piovuta loro addosso", racconta Samer.

INFERNO SENZA FINE - “La situazione già grave a Idlib è peggiorata ulteriormente", dice Sonia Khush, direttrice di Save the Children in Siria. "C’è un grave aumento degli attacchi che si ritiene abbiano ucciso decine di persone solo negli ultimi giorni. I bambini e le loro famiglie stanno fuggendo nella speranza di trovare sicurezza e aiuto, ma le bombe li seguono anche nei campi e negli ospedali. Non ci sono quasi più vie di fuga per loro. Per questo - conclude Khush - abbiamo bisogno di un immediato cessate il fuoco a Idlib e in tutta la Siria, per poter raggiungere con gli aiuti umanitari chi ne ha estremo bisogno".

L'ennesimo appello che rischia di rimanere inascoltato, in una guerra che dal 2011 ha ormai mietuto l'apocalittica cifra di mezzo milione di vittime.

(Unioneonline/l.f.)

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