Sono trascorse quasi 48 ore dall'agguato contro il presidente Maduro sferrato con droni carichi di esplosivo, ma non tutti sono certi che si sia trattato di un attentato.

Da un lato c'è il Governo venezuelano, che al momento ha arrestato sei terroristi ed è convinto che la matrice sia da ricercare nell'estrema destra nazionale con il supporto dell'ostile governo colombiano di Juan Manuel Santos. Dall’altro c'è parte dell’opinione pubblica, quella contraria al regime di Maduro, che vede dietro i fatti di sabato una macchinazione governativa per aumentare il pungo di ferro contro l'opposizione interna e distogliere l'attenzione internazionale dalla crisi economica devastante che attraversa il Paese.

Ma anche i media internazionali diffidano delle dichiarazioni ufficiali dell'entourage di Maduro, così come della rivendicazione via Twitter dell'attacco da parte del misterioso gruppo di opposizione Movimento nacional Soldados de Franela.

I rilievi sui palazzi vicini al luogo dell'attacco. (Foto Ansa)
I rilievi sui palazzi vicini al luogo dell'attacco. (Foto Ansa)
I rilievi sui palazzi vicini al luogo dell'attacco. (Foto Ansa)

La versione ufficiale è quella dei tre droni esplosi a poca distanza l'uno dall’altro nei pressi del palco su cui Maduro teneva il discorso per commemorare gli 81 anni della Guardia nazionale, ma già nel Paese circola una versione differente dei fatti, secondo cui a esplodere sarebbe stata una bombola di gas in un appartamento vicino alla parata, provocando il panico nei presenti e tra i militari, che avrebbero quindi abbattuto i droni presenti per riprendere l'evento.

(Unioneonline/b.m.)

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