La realtà alternativa della Russia: l’Ucraina in fiamme scompare dai media
La guerra sparisce da tv e giornali, l’“operazione militare speciale” diventa peacekeeping. Proibita anche la parola “invasione”
L’Ucraina brucia sotto le bombe dell’esercito russo. Ma tutto questo la Russia non lo sa, o meglio: è proibito mostrarlo sui media, che siano televisioni o siti internet.
"Sosteniamo tutti la speciale operazione militare in Ucraina – ha detto un pilota a Vladimir Putin nel corso della quasi allucinata conferenza stampa con le hostess di Aeroflot, la principale compagnia aerea russa –. Sappiamo che i civili non soffrono...”. Ed è esattamente proprio quello che emerge dai titoli dei telegiornali o dei giornali in Russia. Non è in corso una guerra, i civili non soffrono. Mentre intere famiglie ucraine con bambini vengono sterminate in mezzo alla strada. A bruciapelo, nel tentativo inutile di scappare.
Il Cremlino sta facendo tutto quello che è in suo potere per non far venire fuori la realtà. E l’impresa non è difficile, dato che ha il controllo completo dei media. “La menzogna diventa verità e passa alla storia”, recitava uno degli slogan preferiti del partito unico che governava la società di “1984”, il leggendario romanzo distopico di George Orwell.
Guerra e invasione sono due parole vietate dalla nuova legge firmata da Putin lo scorso venerdì, che impone tra l’altro 15 anni di carcere per chiunque diffonda quelle che vengono ritenute “fake news” sulla campagna militare.
E’ così che le esplosioni, gli attacchi indiscriminati sui quartieri dove vivono i civili, ma anche l’uso massiccio dell’esercito, non viene mostrato sui media nazionali. Quando vengono diffuse immagini di palazzi crollati, la paternità viene attribuita alle forze ucraine. L’obiettivo della “operazione militare speciale” resta lo stesso dichiarato il 24 febbraio, la data zero dell’invasione: “Denazificare e smilitarizzare l’Ucraina”. Le milizie di Mosca vengono descritte come forze di peacekeeping per il mantenimento della pace, per proteggere i cittadini russofoni delle repubbliche separatiste di Donetzk e Lugansk da presunti orribili crimini di guerra.
Durante l’incontro con il personale di Aeroflot Putin non ha fatto altro che ripetere per quasi dieci volte che al governo di Kiev ci sono dei nazisti, ed è un refrain riproposto praticamente all’infinito. Mentre come in una sorta di tentativo di ipnosi, sulle televisioni compaiono le immagini in bianco e nero del Terzo Reich.
(Unioneonline/D)