«I micro veicoli aerei sono stati abbattuti senza fare vittime o danni», a dirlo, parlando dell’attacco contro Isfahan attribuito a Israele, è il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian

«I media filo israeliani hanno tentato di rendere una vittoria il loro fallimento ed esagerare la questione», ha detto Amirabdollahian agli inviati dell'Organizzazione per la Cooperazione islamica presso l'Onu a New York. Il capo della diplomazia di Teheran ha ribadito che l'Iran è pronto a colpire decisamente Israele se adotterà misure contro la Repubblica islamica. 

Quello che sembrava un attacco, in realtà – secondo gli osservatori - si è trasformato in un messaggio.

Pochi danni, che l'Iran minimizza ulteriormente, e un chiaro avviso che può essere riassunto così: «Possiamo colpirvi quando e dove vogliamo, stavolta siamo stati moderati. Finiamola qui». In realtà Tel Aviv non ha ammesso ufficialmente nulla ma fonti israeliane hanno fatto trapelare al Washington Post che l'attacco è proprio un «segnale» all'Iran sulla capacità di arrivare ovunque all'interno del Paese.

Dal G7 di Capri, dal Consiglio Europeo di Bruxelles, dalla Casa Bianca è arrivata una richiesta univoca che questa volta - contrariamente a quello che sta facendo a Gaza - Israele ha ascoltato. Anche perché, dopo l'allontanamento tra Occidente e Israele per la conduzione della guerra nella Striscia, l'attacco iraniano ha avuto l'effetto di riavvicinare Usa e Ue ad Israele.

(Unioneonline/s.s.)

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