È di almeno 27 morti il bilancio degli scontri verificatisi nella provincia di Papua, in Indonesia, come conseguenza di presunti comportamenti razzisti di un insegnante nei confronti di alcuni studenti.

La folla si sarebbe mossa sull'onda della rabbia per l'insulto "scimmia" riferito a uno studente della popolazione indigena di Papua, di etnia e lingua completamente diversa rispetto a quella maggioritaria giavanese, la cui immigrazione nella provincia è stata incoraggiata per decenni dalle autorità.

Nelle scorse settimane la tensione nell'enorme provincia ricca di risorse naturali e minerarie era tuttavia già salita, con numerosi scontri che avevano provocato vittime. Il territorio è infatti stato annesso dall'Indonesia negli anni Sessanta con un referendum farsa, e da anni la popolazione - oltre a gruppi di militanti armati - chiede il diritto all'autodeterminazione.

Il portavoce dell'esercito provinciale Eko Daryanto, con riferimento agli episodi delle ultime ore ha parlato di uffici governativi e negozi dati alle fiamme e di violenti scontri tra le forze della sicurezza e gli studenti a Jayapura, che dista circa 250 chilometri da Wamena, come hanno riferito fonti sanitarie della provincia.

Ieri il governo ha imposto restrizioni su Internet a Wamena per cercare di contenere la circolazione di notizie false.

(Unioneonline/v.l.)
© Riproduzione riservata