Infuria la polemica politica, dopo l’intesa tra Italia e Albania sui flussi migratori.

L’accordo sottoscritto dalla premier Giorgia Meloni e dal leader albanese Edi Rama prevede che i migranti soccorsi nel Mediterraneo da Marina e Guardia di Finanza vengano portati in centri che saranno costruiti su territorio albanese.

Ma per l’opposizione si tratterebbe di una sorta di “Guantanamo”, ovvero la prigione ad alta sicurezza per i terroristi realizzata in territorio cubano dagli Stati Uniti.

«La Guantanamo Made in Italy che Giorgia Meloni vuole costruire in Albania è solo un'altra crudele mossa propagandistica del governo. Fallito il tanto sbandierato accordo con la Tunisia, ora vorrebbe inviare poco più di 30mila migranti l'anno nei Cpr costruiti su territorio albanese», commenta, tra gli altri, Riccardo Magi, segretario di +Europa. Che aggiunge: «Considerato che dall'inizio del 2023 ad oggi sono arrivati quasi 150mila persone, è evidente a tutti che Giorgia Meloni ci sta rifilando l'ennesima sola. Tutto questo in contrasto con le convenzioni internazionali, calpestando il diritto europeo e facendosi beffe dello stato di diritto e del diritto dei migranti. Meloni non ha detto quanto personale italiano sarà impiegato per gestire i Cpr, ha tenuto nascosti i costi di questa operazione, non ha fatto chiarezza sulla eventuale contropartita economica che Roma darà a Tirana: questo accordo con l'Albania ha tutta l'aria di essere una truffa sulla pelle di naufraghi e richiedenti asilo. L'Europa fermi questa follia della nostra Premier», conclude Magi.

Alle polemiche ha risposto il premier albanese Edi Rama: «Paragonare questi centri a Guantanamo – ha detto – mi sembra poco generoso nei confronti di chi, nella vera Guantanamo, ci è stato e ha sofferto. Chi verrà in Albania per un periodo limitato di

tempo lo farà vivendo nelle condizioni migliori».

(Unioneonline/l.f.)

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