"George Floyd morto per asfissia", la testimonianza al processo
Le parole di Martin Tobin, pneumologoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Al processo in corso a Minneapolis (nel Minnesota) sulla morte di George Floyd (avvenuta in seguito al suo arresto da parte di quattro poliziotti), ha testimoniato lo pneumologo Martin Tobin.
L'esperto ha dichiarato alla giuria che Floyd è rimasto vittima di un'asfissia e non di un'overdose di Fentanyl, come invece ha sostenuto la difesa di uno degli agenti, Derek Chauvin. Dopo aver guardato i video degli ultimi minuti di vita della vittima per "centinaia di volte", ha stabilito che "anche una persona in salute sarebbe morta" dopo aver subito quel trattamento.
Circa tre minuti prima che Chauvin togliesse il ginocchio dal collo di Floyd, ha sottolineato Tobin, "non era più rimasto un grammo di ossigeno nel suo corpo". "Il ginocchio è rimasto sul collo per altri tre minuti e 27 secondi dopo che ha esalato il suo ultimo respiro", ha aggiunto ancora lo pneumologo spiegando che anche la posizione delle manette e il fatto che l'uomo avesse il volto schiacciato sull'asfalto hanno giocato un ruolo nella sua morte.
(Unioneonline/s.s.)