Alla fine, nonostante le divergenze soprattutto con gli Usa, arriva un documento comune su dazi e commercio al termine dei lavori del G7 in Canada.

Lo ha annunciato alla stampa il premier italiano Giuseppe Conte: "Posso anticipare che abbiamo raggiunto un accordo".

"Abbiamo tutti convenuto dopo un proficuo scambio che il sistema del commercio internazionale è un po' datato: il Wto va ripensato e adeguato al mutato scenario del commercio mondiale", ha dichiarato l'inquilino di Palazzo Chigi, anticipando che gli otto leader hanno trovato un punto d'intesa. Tuttavia persistono "molte distanze", ha precisato la cancelliera tedesca Angela Merkel. E la dichiarazione sul commercio "non risolve ogni problema", rincara Macron.

Si lavorerà dunque in direzione di un ripensamento del sistema attuale, una formula pensata per ottenere l'ok della delegazione statunitense. "Basti pensare che la Cina, entrata qualche anno fa come Paese emergente, ora è una potenza particolarmente invasiva sul piano commerciale", ha aggiunto Conte.

RUSSIA - Altro tema sul tavolo è quello di Mosca, dopo la dichiarazione a sorpresa di Trump che ne aveva chiesto la riammissione nel G8. Inizialmente il presidente del Consiglio italiano si era detto d'accordo con il presidente Usa, ma dopo l'incontro ristretto con gli altri leader europei è uscito fuori un documento comune che boccia - almeno momentaneamente - la proposta dell'inquilino della Casa Bianca. Oggi Conte ha chiarito la posizione dell'Italia: "Sulla Russia siamo portatori di una posizione di dialogo. Ciò non vuol dire abbandonare dall'oggi al domani il sistema delle sanzioni però abbiamo prospettato a tutti i nostri partner che avere la Russia isolata, visto che gioca un ruolo centrale in tutte le crisi internazionali più delicate, non conviene a nessuno. Così ho rappresentato il nostro auspicio che ci sia quanto prima un G8 con la Russia".

Concetto ribadito anche nella conferenza stampa conclusiva.

"BILANCIO POSITIVO" - Parlando con i giornalisti, il premier ha anche tracciato un bilancio del suo primo vertice internazionale, definendolo "complessivamente positivo".

Come positivo è stato l'incontro con Trump: "Il rapporto con il presidente Usa è stato da subito molto cordiale. Ha mostrato una grande apertura e attenzione verso questa nuova esperienza di governo. Si è congratulato e ha espresso grande entusiasmo".

E il premier ha anche confermato l'intenzione di andare "quanto prima" alla Casa Bianca.

TRUMP - "Molto cordiale" il colloquio tra Giuseppe Conte e Donald Trump. "Ha fatto le congratulazioni a me e al nuovo governo, era molto contento di questa nuova esperienza governativa, che due forze nuove avessero ricevuto consenso elettorale e formato la maggioranza", ha affermato il nostro presidente del Consiglio. Che è stato anche invitato alla Casa Bianca: "Organizzeremo il prima possibile, appena troveremo una data in comune".

L'ISOLAMENTO DI DONALD - Per il resto dal vertice è emerso un Trump sempre più isolato. Sui dazi, sulla riammissione della Russia al G8 e sul clima. L'Eliseo ha fatto sapere che molto probabilmente la dichiarazione unitaria dei sette leader menzionerà anche l'eccezione Usa sul clima, con Washington che si è defilata dagli accordi di Parigi: "È molto probabile che su questo ci sia un accordo a sei che lasci fuori gli Usa", ha sottolineato Macron. Ultimo ad arrivare, primo ad andarsene - ufficialmente per preparare l'incontro con Kim, ma secondo alcuni per dare uno schiaffo agli alleati e sottolineare che in fondo, di questo G7, se ne infischiava - è anche arrivato in ritardo alla colazione di lavoro dedicata alle donne, guadagnandosi gli sguardi di disapprovazione di tutti i presenti.

Come se non bastasse, a tutto ciò si aggiunge il gelo di Mosca sulla proposta di riammissione al G8: "Non lo abbiamo mai chiesto. Lavoriamo molto bene in altri formati come il G20, dove gli ultimatum non servono, bisogna trovare gli accordi". Trump, lasciando Charlevoix, ha dato un colpo al cerchio a uno alla botte. Ribadendo che le relazioni con gli alleati "sono da 10", ma "le cose devono cambiare", perché "i giorni in cui gli altri Paesi si approfittano degli Usa sono finiti".

(Unioneonline/L)

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