Il G20 riunito a Roma ha trovato l'accordo sul tetto massimo di 1,5 gradi per il riscaldamento globale. E i leader e le loro diplomazie hanno anche fissato la scadenza di "metà del secolo" per il raggiungimento delle emissioni zero, nonostante la diversità di vedute, viene sottolineato, di alcuni Paesi, come India, Cina e Indonesia.

IL DOCUMENTO – Nel dettaglio, l’intesa prevede che i Paesi del G20 restino "impegnati sull'accordo di Parigi per mantenere l'aumento della temperatura globale sotto i 2 gradi e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5 gradi".

Nel documento finale, i leader riconoscono "che gli impatti del cambiamento climatico a 1,5°C sono molto inferiori rispetto a 2°C. Mantenere l'obiettivo di 1,5°C a portata di mano richiederà azioni significative ed efficaci e l'impegno da parte di tutti i Paesi".

GLI IMPEGNI – Quanto alle diverse posizioni dei vari Stati, il documento finale media così: “Ci impegniamo a ridurre significativamente le nostre emissioni collettive di gas serra, tenendo conto delle circostanze nazionali e rispettando gli impegni presi da ogni Paese".

"Riconosciamo inoltre che le emissioni di metano rappresentano un contributo significativo al cambiamento climatico e riconosciamo, in base alle circostanze nazionali, che la sua riduzione può essere uno dei modi più rapidi, fattibili ed economici per limitarlo". Ed "aumenteremo gli sforzi per eliminare gradualmente e razionalizzare, a medio termine, i sussidi ai combustibili fossili inefficienti".

Si lavora anche per un accordo al rialzo sul fronte dei fondi destinati ai Paesi in via di sviluppo. Ad oggi è previsto un impegno da 100 miliardi ancora da completare ma si punterebbe ad ampliare la cifra e indicare una scadenza ravvicinata per chiudere l'erogazione.

DRAGHI – “Vinciamo o falliamo insieme. Come G20 abbiamo la responsabilità di mostrare la nostra leadership e guidare il mondo verso un futuro più sostenibile", ha detto il premier Mario Draghi nel corso della sessione del summit dedicata appunto a "Cambiamento climatico e ambiente".

“Dobbiamo agire rapidamente per evitare conseguenze disastrose", ha aggiunto il presidente del Consiglio, padrone di casa del vertice.

Lo stesso Draghi, nelle conferenza finale, ha parlato – tirando le somme del summit – di “un successo”, reso possibile dal lavoro di mesi e mesi.

GLI ALTRI LEADER – Il presidente francese Emmanuel Macron si è detto fiducioso sulla possibilità di raggiungere gli “obiettivi ambiziosi” fissati dal vertice, mentre il premier britannico Boris Johnson ha sottolineato: “Questo è il momento in cui il mondo deve unirsi e fare il suo lavoro".

Ai lavori sul clima presente anche il principe Carlo d’Inghilterra: “Sono grato al premier Draghi per aver riconosciuto l'importanza di certi temi e averli messi al centro di questo evento", ha detto l’erede della regina Elisabetta. Aggiungendo: "Abbiamo una responsabilità enorme nei confronti delle generazione di chi non è ancora nato".

"Solo le democrazie possono trovare soluzioni valide" alle sfide globali”, ha detto invece il presidente Usa Joe Biden parlando in conferenza stampa al G20 con la presidente della commissione europea Ursula von Der Leyen. 

CINA E RUSSIA – Prende posizione anche il presidente cinese Xi Jinping, che ha sottolineato la necessità di attuare "in modo completo ed efficace la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e il suo accordo di Parigi sulla base del principio delle responsabilità comuni ma differenziate". “Azioni concrete sono essenziali affinché la comunità internazionale risponda adeguatamente alle sfide globali", a partire dal clima, ha concluso il leader di Pechino.

Per il presidente russo Vladimir Putin, invece, non è "sufficiente tagliare" le emissioni di gas serra, ma è necessario lavorare per raggiungere il loro "assorbimento" e la Russia ha un grande potenziale in questo senso grazie "alle sue foreste, la tundra e le terre coltivabili".

Lo stesso Putin ha anche evidenziato come la strategia globale per il clima debba anche tenere conto dell’importanza dei progetti di protezione e riforestazione in Sud America. 

(Unioneonline/l.f.)

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