"Fuggire da Alcatraz è impossibile"Il computer dimostra che non è vero
Uno studio riscrive la storia della più celebre evasione dalla prigione di San Francisco, quella che ispirò il film con Clint Eastwood. I tre evasi, dati per dispersi, potrebbero avercela fatta.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Solo due detenuti (nel 1937) sono riusciti a fuggire da Alcatraz e ad arrivare vivi a San Francisco. Gli altri 34 che ci hanno provato sono tutti morti nella traversata della Baia, annegati o vittime di ipotermia, uccisi dalle guardie oppure riacciuffati. Un nuovo studio, però, realizzato con le più moderne tecnologie, potrebbe riscrivere la storia delle evasioni dal carcere più famoso del mondo, portando a cinque il numero di prigionieri riusciti nell'impresa, quasi impossibile, di lasciare l'isola e di arrivare sulla terraferma, superando le insidiose, gelide e mortifere acque dell'Oceano Pacifico. Il caso in oggetto è quello dei fratelli Clarence e John Anglin e del loro compare Frank Morris. Evasi nel giugno 1962, in un modo tanto incredibile da aver dato ispirazione al film "Fuga da Alcatraz" con Clint Eastwood: dopo aver scavato con i cucchiai un buco dietro al wc delle loro celle, hanno atteso la notte. Quindi hanno infilato sotto le coperte dei fantocci, con tanto di testa realizzata con scarti di gomma e capelli veri, per poi infilarsi nel tunnel e darsi appuntamento in un ambiente inutilizzato dietro alle pareti perimetrali, da dove era possibile aggirare le mura. Una volta fuori hanno raggiunto la spiaggia e con impermeabili e materiale di fortuna hanno messo insieme una zattera. Poi si sono messi in mare.
CHE FINE HANNO FATTO? - Le autorità non hanno mai certificato che fine abbiano fatto, tanto che a tutt'oggi vengono dati ufficialmente per "dispersi", anche se per esperti e storiografi non ci sarebbero dubbi: sono annegati durante la traversata. Il nuovo studio, realizzato in Olanda, dà invece un'altra versione. E' stato calcolato al computer che quel giorno, tra le 23.30 e mezzanotte, ora della fuga, maree e correnti avrebbero non solo consentito, ma addirittura agevolato la traversata dei tre fuggitivi. Che sarebbero dunque riusciti ad arrivare a San Francisco, e precisamente nella parte nord del Golden Gate Bridge. Riconquistando di fatto la libertà.
CACCIA RIAPERTA - Alla luce dello studio, dunque, le stesse autorità hanno deciso di non archiviare il caso, ma di mantenere aperto sui tre un mandato di cattura. E addirittura sono state diramate foto dei tre evasi invecchiate grazie al computer, per consentire a chiunque li riconosca di denunciarli alla polizia. Se così fosse, la conclusione del caso sarebbe ancora più rocambolesca della fuga.