Aveva ucciso un ragazzo palestinese di 21 anni sostenendo che "nascondeva un ordigno".

Ma per il tribunale militare di Tel Aviv il soldato israeliano ha commesso un vero e proprio omicidio.

I fatti risalgono a marzo 2016: fermati al checkpoint di Hebron, nel sud di Israele, due palestinesi ferirono a coltellate un militare israeliano, che rispose sparando.

Il più giovane dei due si accasciò a terra, ferito ma ancora vivo. Fu allora che il sergente israeliano Elor Azaria gli si avvicinò, freddandolo.

"Un colpo ingiustificato", ha detto la giudice Maya Heller, che ha condannato il militare per omicidio.

Ora rischia fino a vent'anni di carcere e la sentenza sarà pronunciata il 15 gennaio, nonostante siano già diversi i politici israeliani che hanno espresso pubblicamente l'augurio di un "perdono" nei suoi confronti.

Tra questi, il premier Benjamin Netanyahu che su Facebook ha scritto un post in cui sostiene apertamente Azaria.
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