Ottantasei udienze dibattimentali; 11.350 le pagine di trascrizione delle udienze; 124.563 pagine cartacee e in dispositivi informatici e 2.479.062 files analizzati presentati dall'accusa. E ancora: 20.150 pagine comprensive di allegati depositate dalle difese; 48.731 dalle parti civili.

Sono i numeri del processo per la gestione dei fondi della Santa Sede e per la compravendita di un palazzo a Londra, che ha visto tra gli imputati il cardinale sardo Angelo Becciu (che è stato condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione).

Un processo durato due anni e mezzo, a partire dal 27 luglio 2021, nel quale sono stati ascoltati ben 69 testimoni.

Si tratta del maggior processo celebrato in Vaticano (precisamente nella Sala polifunzionale dei Musei Vaticani) tanto da meritarsi l'appellativo di “Processo del secolo”.

Dieci gli imputati e quattro le società alla sbarra, rinviati a giudizio il 3 luglio 2021: oltre a Becciu, mons. Mauro Carlino, Enrico Crasso, Raffaele Mincione, Fabrizio Tirabassi, Cecilia Marogna, Gianluigi Torzi, Nicola Squillace, René Bruelhart, Tommaso Di Ruzza, più la Logsic Humanitarne Dejavnosti della Marogna, e la Prestige Family Office, la Sogenel Capital Investment e la Hp Finance di Crasso.

capi d'imputazione iniziali erano 37, poi saliti a 41 il 25 gennaio 2022 e a 49 il 30 marzo 2023: dalla truffa aggravata al peculato, dall'abuso d'ufficio aggravato all'appropriazione indebita, dalla corruzione aggravata al riciclaggio e autoriciclaggio, dall'estorsione fino alla subornazione di testimone e al falso materiale in atto pubblico commesso dal privato.

Cinque invece le parti civili, ovvero la Segreteria di Stato, Apsa, Ior, Asif e mons. Alberto Perlasca.

(Unioneonline/l.f.)

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