Il cardinale Angelo Becciu, al termine del processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e la compravendita del palazzo di Londra, è stato condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione.

La decisione è stata annunciata questo pomeriggio dal presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, alla lettura della sentenza.

Becciu, ex sostituto per gli Affari generali ed ex prefetto per le Cause dei santi - carica della quale era stato privato tre anni fa da papa Francesco insieme alle prerogative del cardinalato - era accusato di peculato, abuso d'ufficio e subornazione di testimone.

Nei suoi confronti il promotore di giustizia Alessandro Diddi aveva chiesto la condanna a sette anni e tre mesi di reclusione.

«Ribadiamo l'innocenza del cardinale Angelo Becciu», ha dichiarato dopo il verdetto il difensore del prelato, Fabio Viglione. «Rispettiamo la sentenza – ha aggiunto - ma certamente ricorreremo in appello».

Un appello cui Viglione, assieme alla collega Maria Concetta Marzo, guarda con «immutata fiducia», alla luce, spiega, delle «prove emerse nel processo, della genesi delle accuse al cardinale, frutto di una dimostrata macchinazione ai suoi danni, e della sua innocenza».

Al termine dello stesso processo in Vaticano (QUI I DETTAGLI), l’ex manager sarda Cecilia Marogna, altra imputata, è stata invece condannata alla pena di tre anni e nove mesi di reclusione, con interdizione temporanea dai pubblici uffici.

Il Tribunale vaticano ha disposto inoltre la «confisca per equivalente delle somme costituenti corpo dei reati contestati per oltre 166 milioni di euro complessivi».

Gli imputati sono stati condannati, in solido tra loro, «al risarcimento dei danni in favore delle parti civili, liquidati complessivamente in oltre 200 milioni di euro».

(Unioneonline)

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