Lotta al Covid attraverso il rilancio di una massiccia campagna di vaccinazione mondiale, istituzione della tassa minima globale sulle multinazionali, un’intesa per ridurre le emissioni di anidride carbonica e contenere così il riscaldamento globale.

Sono i tre risultati principali portati a casa dal vertice G20 ospitato a Roma e definito dal presidente del Consiglio Mario Draghi “un successo”.

"In cosa siamo riusciti? È un summit di successo nel senso di mantenere vivi i nostri sogni,

impegnarci a ulteriori provvedimenti, stanziamenti di denaro, ulteriori promesse di riduzione. Negli ultimi mesi sembrava che i Paesi emergenti non avessero nessuna intenzione di prendere

altri impegni", ha aggiunto il premier.

Ecco, nel dettaglio, i maggiori obiettivi centrati nel corso del summit nella Capitale.

GLOBAL MINIMUM TAX - La minimum tax globale sulle multinazionali, approvata dai leader del G20 nel vertice di Roma dopo anni di trattative, andrà a colpire in particolare i colossi del web cresciuti in questi anni, da Amazon a Facebook.

I leader mondiali si sono impegnati ad attuarla entro la data del 2023, fissata nel quadro Ocse dove era stata sottoscritta da 136 paesi su 140.

La tassa avrà un'aliquota minima del 15% sugli utili delle multinazionali per evitare che queste continuino a trasferire la propria sede fiscale in un paese dove il trattamento è più favorevole.

L'intesa inoltre consentirà di riattribuire ai Paesi del mondo intero i benefici per oltre 125 miliardi di dollari realizzati da 100 aziende multinazionali tra le più grandi e più redditizie al mondo, sottolinea l'Ocse. E secondo uno studio indipendente la tassa genererà almeno 60 miliardi di dollari di introiti l'anno solo per gli Stati Uniti. L'accordo poggia su due pilastri: il primo prevede che le aziende con entrate per oltre 20 miliardi di euro possano essere tassate anche nei Paesi dove avvengono i consumi. Il secondo prevede che i Paesi che ospitano il quartier generale delle multinazionali possano imporre una tassa minima di almeno il 15% in ciascuna delle nazioni in cui operano.

LOTTA AL COVID -  "Per contribuire ad avanzare verso gli obiettivi di vaccinare almeno il 40% della popolazione in tutti i paesi entro la fine del 2021 e il 70% entro la metà del 2022, prenderemo iniziative per contribuire ad aumentare la fornitura di vaccini e prodotti e strumenti medici essenziali nei Paesi in via di sviluppo e rimuovere i relativi vincoli di approvvigionamento e finanziamento". E’ quanto si legge nel documento finale del G20 nella parte relativa alla lotta alla pandemia. “Rafforzeremo – sottoscrivono i Paesi - le strategie per sostenere la ricerca e lo sviluppo, nonché per garantire la loro produzione e distribuzione rapida ed equa in tutto il mondo"

I leader del G20 si impegneranno anche a garantire l'accesso tempestivo, equo e universale a vaccini sicuri ed efficaci, in particolare ai Paesi a basso e medio reddito, e confermando l'obiettivo di vaccinare almeno il 40% della popolazione mondiale nel 2021, e ili 70% entro la fine del 2022.

CLIMA – Raggiunti accordi anche per quanto riguarda il clima e la lotta al riscaldamento globale. L’intesa prevede che i Paesi del G20 restino "impegnati sull'accordo di Parigi per mantenere l'aumento della temperatura globale sotto i 2 gradi e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5 gradi".

Nel documento finale, i leader riconoscono "che gli impatti del cambiamento climatico a 1,5°C sono molto inferiori rispetto a 2°C. Mantenere l'obiettivo di 1,5°C a portata di mano richiederà azioni significative ed efficaci e l'impegno da parte di tutti i Paesi".

“Ci impegniamo a ridurre significativamente le nostre emissioni collettive di gas serra, tenendo conto delle circostanze nazionali e rispettando gli impegni presi da ogni Paese", si legge ancora nel documento. .

La data entro cui raggiungere l'obiettivo, però, è ancora vaga. Dall’intesa salta infatti il termine del 2050 per le emissioni zero. La neutralità, viene specificato, deve essere raggiunta “entro o attorno metà secolo”.

L’accordo, inoltre, mira, a sospendere le risorse per le centrali a carbone.

Ancora, viene messo nero su bianco, “riconosciamo inoltre che le emissioni di metano rappresentano un contributo significativo al cambiamento climatico e riconosciamo, in base alle circostanze nazionali, che la sua riduzione può essere uno dei modi più rapidi, fattibili ed economici per limitarlo". Ed "aumenteremo gli sforzi per eliminare gradualmente e razionalizzare, a medio termine, i sussidi ai combustibili fossili inefficienti".

(Unioneonline/l.f.)

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