Una donna argentina sequestrata negli anni Ottanta dai trafficanti di esseri umani è stata ritrovata in questi giorni a Bermejo, in Bolivia, e riportata a casa, dai suoi familiari.

Un'operazione congiunta delle polizie argentina e boliviana che mette fine a una storia incredibile.

La donna, identificata dai giornali locali con la sola lettera P, era stata rapita nel 1987, quando aveva 13 anni. Ora ne ha 45 e ha anche un figlio.

A quanto si apprende dalla stampa locale P era stata portata in Bolivia con l'inganno e la promessa di un lavoro e un futuro di benessere. Una volta giunta sul posto, la realtà si è rivelata essere ben diversa rispetto alle promesse: P e la sorella (anche lei era stata attirata nel tranello) sono state rapite e costrette a lavorare in un bordello.

La sorella di P è riuscita in qualche modo a liberarsi dopo appena tre mesi, ed è tornata a casa, a Mar del Plata, dove ha raccontato quanto accaduto ma non è riuscita ad indicare il luogo preciso in cui si trovavano, neanche la città.

Le successive indagini non hanno portato a nulla, almeno fino a un anno fa, quando è arrivata la svolta. La polizia è venuta a sapere che P aveva un figlio di 13 anni e poteva trovarsi a Bermejo, e ha deciso di coinvolgere nell'inchiesta anche i colleghi boliviani. I quali, a fine novembre, hanno confermato la posizione in cui si trovava la donna, nei pressi del mercato centrale della città boliviana.

Infine, la liberazione, lo scorso 22 dicembre. P e il figlio vivevano in un garage, in condizioni precarie e schiavizzati. Non avevano documenti, la porta era chiusa con un doppio lucchetto ed erano entrambi sottopeso.

Ora le autorità stanno dando la caccia ai rapitori, certi che possano esserci altri casi simili di donne schiavizzate e costrette a prostituirsi.

(Unioneonline/L)
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