Nella sola Derna, la città maggiormente colpita dalle inondazioni provocate dall’uragano Daniel che ha colpito la parte est della Libia, i dispersi sono circa 6mila.

Lo fa sapere il ministro della Sanità del governo sostenuto dal Parlamento di Tobruk, Othman Abdujalil. «La situazione – ha detto il ministro che ieri ha visitato la città – è catastrofica. Giacciono corpi ovunque. Ci sono famiglie ancora bloccate nelle loro case e vittime sotto le macerie. Credo che molte persone siano state trascinate in mare, le troveremo».

Intanto, il capo del Governo libico di unità nazionale (Gun), Abdelhamid Dabaiba, ha proclamato tre giorni di lutto e ha stabilito di issare la bandiera a mezz'asta in tutta la Libia per onorare gli oltre duemila morti accertati sinora. Un numero destinato purtroppo ad aumentare vertiginosamente col passare delle ore.

L’alto numero di vittime, ha spiegato il portavoce dell’Esercito nazionale libico Ahmed Al Mismari, è dovuto al crollo di due dighe a sud di Derna, che hanno fatto crollare tutti i ponti della città e allagato interi quartieri.

«Un numero così elevato di inondazioni non si verificava in Libia da più di quattro decenni», ha affermato il direttore dell'Autorità meteorologica libica.

La macchina della solidarietà internazionale si è già attivata, anche quella italiana. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha appreso «con dolore» del disastro, comunica Palazzo Chigi. «L'Italia esprime tutta la sua vicinanza e solidarietà ai familiari delle vittime e al popolo libico e ha attivato la Protezione civile per poter assistere nel migliore dei modi la Libia colpita da questa emergenza».

(Unioneonline/L)

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