"Noi crediamo che l'isolazionismo non ci faccia andare avanti, crediamo che dobbiamo cooperare, che il protezionismo non sia la risposta giusta".

È questa la critica che, dal podio del World Economic Forum di Davos (Svizzera), Angela Merkel ha lanciato a Donald Trump, dopo che il presidente americano ha varato misure per l'imposizione di dazi su importazioni di prodotti, a partire da lavatrici e pannelli solari, da Cina e Corea del Sud.

La cancelliera tedesca non ha nominato mai direttamente il magnate newyorchese, ma il riferimento a due delle sue parole d'ordine - "protezionismo" e "isolazionismo" - è chiaro.

"Fin dai tempi dell'Impero Romano, fin dai tempi della Grande Muraglia cinese sappiamo che limitarci a rinchiuderci non aiuta", ha aggiunto Merkel, che poi ha citato lo spartiacque storico della Prima guerra mondiale.

"Oggi, 100 anni dopo la catastrofe della Grande Guerra, dobbiamo chiederci se abbiamo davvero imparato la lezione della storia, e a me pare di no. L'unica risposta è la cooperazione e il multilateralismo".

Infine, la cancelliera ha sottolineato la necessità per l'Unione Europea di rendersi protagonista di una politica estera più unita e più forte, parlando dell'accordo con la Turchia per la gestione dell'emergenza migranti come un esempio di buona pratica.

"Abbiamo bisogno di un'Unione europea sempre più integrata", ha concluso.

"IL POPULISMO DI DESTRA È UN VELENO" - Parlando del populismo di destra in ascesa in Europa, la cancelliera lo ha definito un "veleno" prodotto da alcuni problemi irrisolti.

Il riferimento è ai partiti nati recentemente in diversi paesi del Vecchio Continente, tra cui Alternative für Deutschland (Afd), entrato per la prima volta nel parlamento tedesco dopo le elezioni di settembre, quando si è imposto come terza forza all'interno dell'assemblea.

Merkel ha inoltre espresso l'auspicio che tali movimenti non acquistino maggiore forza e sostegno e ha assicurato che il suo governo sta cercando di tenere il populismo di destra "sotto controllo".

MACRON RILANCIA L'INTEGRAZIONE EUROPEA A PIÙ VELOCITÀ - Anche il presidente francese Emmanuel Macron ha messo al centro del suo intervento l'Europa: "Dobbiamo ridisegnare una strategia a 10 anni per il Vecchio Continente", ha detto.

"Abbiamo bisogno di essere più ambiziosi", ha sottolineato il capo di Stato, "c'è bisogno che si muova un'avanguardia per dare risposte se c'è chi è disposto a maggiore integrazione: non si può aspettare che tutti attorno al tavolo siano d'accordo, se alcuni sono pronti a integrarsi di più che si muovano, sapendo che la porta per gli altri resta sempre aperta".

(Unioneonline/F)

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