Quattro anni fa era fuggita dalla sua famiglia a Londra, assieme a due amiche, per entrare tra le fila dello Stato islamico. Oggi che ha 19 anni è ancora in Siria. Ed è incinta per la terza volta.

A rintracciare Shamima Begum è stato il quotidiano The Times, a cui ha raccontato che vorrebbe tornare nel Regno Unito per il bene del bambino che porta in grembo. Non si pente di niente, ha precisato, nonostante riconosca che "il califfato è finito" e che "c'erano così tanta oppressione e corruzione che non penso che meritassero la vittoria".

Cos'è successo in questi quattro anni?

Prima la fuga in Siria con le compagne di scuola, passando per la Turchia. Poi il matrimonio con un combattente dell'Isis ora prigioniero in un carcere. Ora si è rifugiata nel campo di Al-Hol ed è incinta di nove mesi: per lei è la terza gravidanza, ma ha perso gli altri due figli per malattie e malnutrizione. La primogenita - racconta - è morta a un anno e nove mesi ed è stata sepolta nel villaggio di Baghuz, ultima zona rimasta in mano all'Isis e in cui è in corso l'offensiva finale dell'alleanza arabo-curda sostenuta dagli Usa per riprenderne il controllo. Il secondo figlio è deceduto a soli otto mesi.

Nel mezzo particolari agghiaccianti: dice di avere visto una "testa decapitata" in un cestino. Ma "questo non mi ha turbata per niente", precisa. "Non sono la stessa stupida studentessa che è scappata da Bethnal Green quattro anni fa" ma "non mi pento di essere venuta qui", assicura al giornalista Anthony Loyd. E a Raqqa dice di avere vissuto una vita "normale", "quello che volevo".

Delle sue compagne una potrebbe essere stata uccisa in un raid aereo russo nel 2016 mentre dell'altra non si hanno notizie certe.

Resta aperta intanto la questione di un eventuale rientro della 19enne nel Regno Unito: in base a una nuova legge, i cittadini britannici che trascorrono un periodo in Siria al ritorno vengono arrestati e rischiano condanne fino a 10 anni di carcere.

(Unioneonline/D)
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